Ansia e dintorni…

Ansia e dintorni...“Ciao Fabrizio, volevo approfittare del tuo blog per farti una domanda su un problema che è stato presente per svariati anni della mia vita sportiva agonistica e che ora riguarda alcuni dei miei allievi. Questa è l’ansia da prestazione credo, una tensione ingombrante e difficile da ignorare che comincia a presentarsi nelle ore successive alla gara e spesso disgraziatamente trova il suo apice durante la stessa prestazione, invalidandola irrimediabilmente, nonostante magari la preparazione fisica sia uguale, se non più alta, di quella dei relativi avversari.
Mi rendo conto anche che sia una cosa molto soggettiva in quanto alcuni non sembrano aver mai conosciuto ansia da gara,se non quel minimo che si dovrebbe provare normalmente e che in alcuni casi può anche essere utile.
Vorrei da te un consiglio su ciò che potrei dire o fare per alleviare nei miei allievi questa scomoda presenza, visto che io in tanti anni ho dovuto conviverci senza mai riuscire a vanificarne gli effetti, se non in poche occasioni.
Ti ringrazio :-)”

Approfitto della domanda di Atlante79 per parlare di un argomento che gode di sempre maggiore attenzione: l’ansia da prestazione. Questa si presenta subdolamente proprio nel momento in cui è richiesta la prestazione e, facendoci concentrare su aspetti che nulla hanno a che fare con la prova stessa, ci distolgono non facendoci raggiungere il risultato atteso. Possiamo così notare come si inneschi un circolo vizioso per cui, una volta provata quella sensazione non piacevole, ogni qual volta ci troviamo in una situazione simile temiamo possano insorgere gli stessi sintomi.

Questi sintomi sono vari e possono essere di natura psichica (paura, senso di inadeguatezza,… ) oppure fisici (sudorazione, tachicardia, senso di soffocamento…)

Diciamo che l’ansia da prestazione, specificamente quella sportiva ma non solo, può insorgere in concomitanza di fattori quali: bassa autostima, paura del confronto con gli altri, alte aspettative sulla propria prestazione.

Il tema andrebbe approfondito con la persona che ne soffre. Come si manifesta di solito nei tuoi atleti? Uno dei consigli che ti posso dare è quello di far concentrare l’atleta sulla prestazione. In allenamento prova a far pensare loro di essere soli, di modo che in gara non siano schiacciati dalla paura del confronto con gli altri atleti o dalla paura di deludere le aspettative degli altri. Cerca di farli concentrare sulla tecnica che stanno eseguendo nel movimento di modo che, stando attenti alla tecnica stessa, possano porre meno attenzione alla prestazione e alle sue conseguenze. Posso suggerirti un’altra mossa: dato che l’hai vissuto in prima persona, pensa a quello che avresti voluto sentire dirti in quei frangenti: magari aiuterai una persona a non innescare lo stesso circolo vizioso.

Fammi sapere come va e se questi piccoli accorgimenti possono risultarti utili!

A presto…

Fabrizio

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