Una risposta a “Cosa resta di Freud?”

  1. Concordo sul fatto che Freud abbia mesi in discussione la visione di Piaget(per citarne uno) , definendo il bambino “perverso polimorfo”. Credo che in questi termini sia racchiuso un po’ tutto l’universo freudiano che cerca di farci capire che la vita psichica, complessa, inizi dall’infanzia e anche prima di essa e non con l’adultita’. Il bambino ha pieno diritto di essere ascoltato e non considerato un essere privo di comprensione, perché non ancora sviluppato psichicamente. Ciò che l’aduto sarà, dipende da come ha vissuto l’infanzia. Credo che anche non abbracciando l’orientamento psicoanalitico freudiano, sia diventato di uso comune, tra noi psicoterapeuti, parlare e considerare una “parte bambina” e una “parte adulta”, a volte usandole come sinonimi di “parte razionale” e “parte.emotiva”.
    Credo anche che l’inconscio o qualunque sia il termine che si vuole usare per descrivere questa parte dell’apparato psichico, sia qualcosa che affascina tanto perché rimane sempre una fonte di mistero inesauribile. Inconscio misterioso e temuto, perché ciò che non si conosce, attira, ma fa anche paura. Insomma, l’ambivalenza credo faccia parte della teorizzazione freudiana.

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