1) L’area delle strategie per risolvere i conflitti.
Il termine chiave di questo punto credo sia il sostantivo conflitti. Generalmente riteniamo che un conflitto sia una cosa negativa, un aspetto che ci sforziamo di evitare in quanto fonte di problemi. Molti studiosi (Satir, V., Psicodinamica e psicoterapia del nucleo familiare, Armando, Roma, 1973 ) hanno invece evidenziato il ruolo fondamentale che i conflitti giocano nel campo evolutivo dato che permettono, al singolo e al sistema, di sperimentare le proprie capacità ed i propri limiti. L’esistenza del conflitto è dato dalla collisione di prospettive diverse circa un fatto. All’interno del sistema familiare, questa collisione può obbligare una delle prospettive, data magari per assodata, ad essere rimessa in discussione. Questo potrebbe portare ad un cambiamento dell’intero sistema familiare. Il punto è che le strategie per risolvere i conflitti devono essere adeguate all’emersione del conflitto stesso. Se ad un bambino di 4 anni si può fare la voce grossa per indurlo a fare quello che gli stiamo chiedendo, non credo lo stesso metodo possa funzionare per un diciassettenne.
Gloria, mamma di Sandra e Ilaria, ha sempre dato più spazio al suo ruolo genitoriale piuttosto che all’ascolto dei figli. Pensava che una buona educazione fosse quella di non trattare coi figli, dal momento che, se lei diceva una cosa, così andava fatta. La cosa non era negoziabile se non per piccoli dettagli. Quando le figlie erano piccole, 6 e 4 anni, i conflitti venivano decisi in base alla premessa che mamma sapesse cosa fosse giusto per loro e il suo giudizio non fosse sindacabile. Questo modo di affrontare i conflitti è andato in tilt nel momento in cui le bambine sono diventate prima adolescenti e poi adulte. E’ ovvio che non potesse essere reiterata una modalità di interazione ormai passata, che non teneva conto delle mutate condizioni degli attori. Questo ha provocato una conflittualità sempre più ampia con escalation dello scontro anche in aree che Gloria considerava ormai acquisite. Possiamo dire che le strategie per risolvere i conflitti non fossero più adeguate, ne rappresentative, delle condizioni attuali.
Questo piccolo esempio ci fa capire il concetto di funzionalità e disfunzionalità. La strategia che Gloria adotta nella gestione dei conflitti con le figlie è disfunzionale perché non riesce a risolvere il conflitto stesso e non tiene conto dei mutati rapporti all’interno della famiglia. Il conflitto, in questo senso, può essere evolutivo perché avrebbe potuto permettere a Gloria di rendersi conto delle mutate esigenze e dei mutati rapporti con le figlie (non più solo mamma-bambino ma anche madre-figlio adulto) e di calibrare la risoluzione dei conflitti in base alle diverse condizioni. Le famiglie disfunzionali possono essere quelle in cui si reitera uno schema che ormai non ha più alcuna valenza o alcuna rappresentatività. Il non riuscire a capire che questo schema stesso non è più adatto, invece di portare ad una discussione o ad un adattamento, può portare al contrario, all’irrigidimento del modello oppure ad una “esternalizzazione” delle ragioni di quello che avviene (per esempio, la colpevolizzazione di un membro circa il problema stesso). Questo avviene molto spesso in famiglie alle prese con figli adolescenti. I genitori reiterano strategie che andavano bene ed erano adatte quando i figli erano bambini ma che non funzionano più nel momento in cui il bambino è sostituito da un giovane adulto che, data anche la sua età, si ritroverà a contestare i genitori più per cercare di affermare il suo ruolo nel sistema familiare che per attaccare loro. Molti genitori reputano questo passaggio così doloroso da non riuscire a mettersi in discussione e talvolta si irrigidiscono ancora di più nelle loro posizioni per paura che questo conflitto metta in discussione un ruolo e una primazia che, fondamentalmente, hanno paura di perdere. Questa strategia si rivela, spesso, problematica dal momento che non permette un confronto e un dialogo che può in qualche maniera cercare di smussare le posizioni di entrambi fronti.
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