Abbiamo visto in alcuni post precedenti quali siano le caratteristiche dell’approccio teorico da me seguito, l’approccio sistemico relazionale ( LA TERAPIA SISTEMICO RELAZIONALE (1) E (2)). In questi due post ho cercato di evidenziare come, tra le varie caratteristiche dell’orientamento, c’è al primo posto la considerazione degli elementi relazionali della vita di un individuo, il peso, cioè, che le relazioni giocano per una persona. Tra i vari elementi emersi avevamo visto che un peso rilevante lo giocavano elementi come l’importanza della relazione; l’attenzione necessaria al processo di comunicazione; la considerazione dell’insieme di regole che il sistema relazionale condivide; il minor carico del singolo rispetto al sistema; la funzione del sintomo tanto per il singolo quanto per l’insieme; il peso della storia familiare; il ciclo vitale della famiglia.
Il punto di contatto tra questi elementi è il fattore ‘sociale’, il fatto cioè che si riferiscono al peso che le relazioni hanno sull’individuo. Questo comporta il fatto che questo tipo di approccio sia possibile solo con nuclei familiari? Mi è stato chiesto, infatti, dopo questa serie di articoli, se la mia terapia fosse solamente familiare, se, cioè, non fosse possibile fare una terapia individuale. L’idea di coinvolgere il proprio nucleo familiare, spesso ritenuto causa dei problemi che le persone portano, fa si che molti non gradiscano neanche l’idea di coinvolgere la propria famiglia, in un processo che sentono privato e personale della propria vita. Come si può ovviare a questa discrepanza? Si può fare terapia sistemica con un solo individuo?
Naturalmente la risposta è si. Nella mia quotidianità professionale, è più frequente che io abbia a che fare con singoli individui piuttosto che con gruppi familiari. La partecipazione della famiglia è più frequente nel caso di minori, ma devo dire che inizia a diventare più rara dall’adolescenza in poi quando, per varie ragioni, gli individui vogliono preservare quello che sentono come uno spazio personale e privato. Ci sono, naturalmente casi per cui è preferibile una terapia di tipo familiare piuttosto che individuale, ma sono casi analizzati, discussi e trattati col paziente stesso che mai deve sentire messa a repentaglio l’integrità del suo spazio terapeutico. Nella maggioranza dei casi, dicevo, la terapia avviene individualmente. Probabilmente vi starete chiedendo come può essere questa una terapia sistemica. In realtà, la terapia rimane sistemica ugualmente perché si basa sull’interiorizzazione delle relazioni da parte della persona stessa. Ognuno di noi, anche se non direttamente a contatto con le persone significative della sua vita, ha una sua rappresentazione personale delle persone e delle dinamiche che si svolgono all’interno del proprio nucleo familiare. Grazie a queste rappresentazioni, alla loro simbologia per il singolo, è possibile tenere a mente una cornice relazionale anche se in terapia si presenta solo una persona. Anche come singoli, siamo portatori di tutto quell’insieme di valori, credenze, relazioni che crea la nostra famiglia. E, come singoli, è possibile conoscere tutto questo, entrarne direttamente e consapevolmente in contatto ed agirlo con una diversa consapevolezza. Questo è il senso della terapia sistemico individuale. Attraverso il singolo arrivare alla rete relazionale simbolica all’interno del quale ognuno di noi si muove. C’è da tenere presente il punto di vista col quale vengono riportati i fatti: le cose che vengono raccontate in terapia non sono ‘vere oggettivamente’, dato che si ha una sola versione dei fatti. Mi spiego meglio: se un figlio litiga con un genitore, è probabile che entrambi diano versioni completamente diverse di come sono andati i fatti. Se ho il figlio in terapia, mi darà il suo punto di vista, e quella per lui è la ‘realtà’ di come siano andate le cose. Non è importante la ‘verità’ dei fatti, quanto la realtà per il soggetto che le ha vissute e che così le racconta e che su quella visione ha costruito la sua relazione con l’altra persona. Questo è forse il punto di partenza più importante per cercare di capire il senso di ciò che la persona porta in terapia. Capire come ci si relazione con gli altri e quale siano i fondamenti delle nostre costruzioni di senso della realtà. Questo costituisce le basi della terapia sistemica singola.
Che ne pensate?
A presto…
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