Un tema che volevo condividere: l’esperto psicologo in tv. Avete fatto caso alla proliferazione di presunti esperti in quasi tutte le trasmissioni televisive che trattino di società, di cronaca nera o di cucina? C’è sempre un esperto pronto a fare una considerazione, a costruire delle analisi, a dare delle indicazioni, a fornire informazioni, a somministrare chiavi di lettura che permettano al povero telespettatore a casa di capire meglio il caso di cui si sta parlando. Inutile aggiungere come spesso, il caso, sia un caso di cronaca nera.
Ma siamo sicuri che si tratti di capire meglio? Non sarà solo spettacolarizzazione? Quando assisto a questo in tv, infatti, la prima cosa che mi chiedo e su cosa sia basata la considerazione, l’analisi, l’indicazione, l’informazione o la chiave di lettura che l’esperto fornisce del fatto.
Spesso sul nulla. Nessuna conoscenza diretta, se non in alcuni casi, rende queste persone esperte di quello di cui stanno parlando. Molto spesso la discussione del caso è basata su quello che si sa tramite giornali o tramite tv. Per farla breve, l’esperto legge il giornale, va in tv a discuterne, un altro giornale riporta le parole dell’esperto, che saranno lette da un altro esperto, che ne discuterà in tv o su un altro giornale. Nient’altro che un circolo autoreferenziale. Non vi sembra manchi qualcosa? In questo vortice tv, giornali (e altri mass media) ci siamo dimenticati dell’evento su cui tutti parlano. Manca solo la cosa più importante.
La mia impressione è che questo chiacchiericcio continuo, soprattutto, ripeto, su fatti di cronaca nera, non solo non aiutino a capire ma anzi, ingenerino un enorme confusione e instillino opinioni preconcette. E come abbiamo visto spesso sono basate sul nulla. Tra l’altro passa il sottotesto per cui un esperto (di cosa? Di cronaca nera? Di lettura di giornali? Di discussioni in tv?) possa dirci come formarci un opinione.
Professionalmente, l’esperienza che queste persone hanno, è fondamentalmente basata sulla conoscenza personale del caso. Questa conoscenza inevitabilmente non esiste in casi così, mediatici. Finisce irrimediabilmente perso, allora, l’aspetto di cui si dovrebbe maggiormente tenere conto, quello per cui ogni persona è una storia, un senso, una percezione unica. Che senso ha standardizzare singoli casi, spesso con sofferenze, lutti, tragedie, con questa pochezza? Non certo per capire meglio, come abbiamo visto. Ma per farci schierare. Non per farci comprendere. Ma per costruire tifosi. Si andrà allora alla ricerca del CATTIVO, del COLPEVOLE, di colui su cui si riverserà tutta la riprovazione mediatica e per cui tutti gli altri potranno dirsi: io sono meglio di quello. E la comprensione? La pietà per tragedie così luttuose? Il senso di rispetto per lo sconvolgimento delle vite di queste persone? Terminato. L’unica cosa che, ormai, può distrarre da un caso di cronaca nera è un caso di cronaca nera ancora più eclatante. Con sempre maggiori particolari. Con sempre maggiori orrori.
Fatto salvo il dovere di cronaca, credo semplicemente che un pietoso e rispettoso silenzio sia meglio di tante, inutili parole. E che ognuno sia libero di farsi un opinione. Libero da esperti.
A presto…
Tutti i diritti riservati
Dottore buongiorno,
mi permetto di invitarla sul mio blog per leggere e magari esprimere un giudizio professionale, sarebbe molto gradito, su quanto ho scritto.
E’ sufficiente cliccare sul mio nick qua sopra per entrarci, nella speranza di ospitarla presto la saluto cordialmente.
TADS
Salve Tads grazie a lei per l’intervento che condivido soprattutto nella frase “non ti sforzare di capire, lo faccio io per te” che è quanto di più deleterio possa esistere. La mia idea è proprio contraria, è l’idea di promuovuere una curiosità che spinga le persone ad interessarsi e a non delegare la propria opinione ad altri.
Tuttologia e superficialità, cercano di distrarci in ogni modo dala vita reale, quella che ogni mattina al suono della sveglia ci riporta alle nostre piccole grandi cose, fatte di sudore, orari, conti, figli, lavoro. Problematiche quotidiane che, più chi meno, deve affrontare. Come diceva Gaber: c’è un’aria, ma un’aria,.. che manca l’aria.
buongiorno illustre,
personalmente ritengo la massiccia introduzione di “esperti” nei mass media una offesa all’intelligenza degli spettatori e dei lettori. Psicologi, tuttologi e opinionisti si arrogano il diritto di spiegare al popolo ciò che, secondo loro, non è in grado di capire.
Tecnicamente trattasi di tentativi di indottrinamento subliminale, l’annientamento delle logiche riflessive autonome…:”non ti sforzare di capire, lo faccio io per te”. Il baratro è prossimo.
Grazie per lo spazio
TADS