Storia di Elisa…(1)

Storia di Elisa...(1)Sempre col consenso degli interessati, pubblico il “carteggio” tra me e la madre di una ragazza di 12 anni che chiameremo Elisa. La madre mi ha contattato dopo aver letto il post Storia di Sara, pubblicato sul blog il 26.04.11. Abbiamo concordato di renderlo pubblico, sperando possa servire a genitori che si trovano ad affrontare le stesse paure. È diviso in due parti per non rendere eccessivamente lunga la lettura.

(Emanuela) Gentile Dottore, stavo leggendo la storia di Sara e ritrovo molto nella bambina il carattere della mia Elisa. Anche lei ha 12 anni e nessuna amica, quando viene invitata alle feste di compleanno delle compagne di scuola o delle sue ex compagne della quinta elementare rifiuta sempre di andare (non me lo dice neanche), passa i pomeriggi con la nonna e sempre in casa. Io e mio marito lavoriamo, torniamo a casa alle sette. Sono molto preoccupata anche perché il rendimento scolastico di Elisa quest’anno è sceso notevolmente, dovuto al fatto, a sentire i professori, che non riesce a esprimere a parole quello che studia. Volevo chiederle se è il caso di portare Elisa da qualche bravo dottore per farla parlare un po’ oppure cosa mi consiglia di fare. Quest’anno, frequenta la prima media, non ha voluto fare nessuno sport pomeridiano, ma l’anno prossimo vorrei farle frequentare un corso, organizzato dalla scuola, di atletica leggera (dovrò impormi per mandarla). Sembra che non abbia interesse a fare niente, non ha passioni, ma penso che sia per non dover uscire dal suo guscio caldo e affrontare il mondo. Mi dia qualche consiglio, La prego, sono un po’ angosciata, mi sembra di non fare abbastanza per lei. Noi abitiamo a Roma, se riterrà opportuno consigliarmi di farla vedere mi potrebbe fornire anche qualche nominativo ?

Grazie infinite se mi potra’ rispondere.

 

(Fabrizio) Salve Emanuela grazie per l’attenzione. La cosa che mi veniva in mente leggendo la sua email, era se qualcuno avesse provato a parlare con Elisa e, nel caso l’avesse fatto, cosa ne pensava lei circa questa sua preoccupazione. Anche suo marito condivide il suo punto di vista su Elisa? Credo di comprendere quella che lei chiama angoscia e non ho ricette magiche da darle dato che, purtroppo, non ho la fortuna di conoscere sua figlia. Se posso suggerirle qualcosa è coinvolgerla attivamente in ogni decisione che la riguardi facendole comprendere cosa vi stia muovendo a farlo. Potrebbe non capirne le ragioni, potrebbe opporsi ma sicuramente apprezzerà il fatto che le decisioni non siano passate sopra la sua testa come se lei non ci fosse. Per quanto riguarda un possibile intervento di supporto non credo di avere dettagli tali da consigliarlo o da escluderlo.. Potrei dirle di farle fare un colloquio ma non saprei se fosse una misura eccessiva o viceversa se le dicessi di non farlo potrei sottovalutare una situazione di possibile forte disagio. Mi dia altri dettagli e mi faccia sapere gli sviluppi! A presto Fabrizio

(E.) Dottore, che gioia ricevere la Sua risposta.

Mia figlia riguardo la nostra preoccupazione circa la sua timidezza se ne disinteressa completamente, quando le faccio notare (ma non spesso perché non voglio che si senta oggetto di un problema) che potrebbe essere più socievole dice che sta bene così. Ha anche tanti strani atteggiamenti che da mamma so che sono dovuti alla timidezza ma visti da una persona esterna sembrano maleducazione. Ad esempio la mattina davanti a scuola non guarda mai negli occhi le compagne che le parlano, tante volte non risponde nemmeno, fa sempre la faccia da annoiata come se non potesse interessarsi alle cose perché ha sonno.

Quando e’ in mezzo alla gente sta tutta ingobbita e si mangia continuamente le unghie. Ieri siamo andati a un battesimo lei ed io e poi c’e’ stato il rinfresco all’aperto con diversi bambini con i quali non ha voluto assolutamente giocare, stando sempre attaccata a me. A scuola purtroppo non va meglio, ha falsificato vari voti sul libretto sia nel primo che secondo quadrimestre tanto da rischiare una sospensione (per questo ha preso 7 in condotta). Lei sostiene che ha paura della nostra reazione ma anche se non siamo dei genitori perfetti cerchiamo sempre, magari dopo una sfuriata specialmente da parte mia, di parlarle, di cercare di capire. Anche i professori e in particolare quello di italiano è severo ma non orribile, scoperte le contraffazioni le ha spiegato che era una cosa contro la legge scolastica e le ha (spero) fatto capire che se lo rifaceva avrebbe rischiato tanto, ma sempre con maniere pacate. Lei ascoltando questo discorso non ha detto una parola, annuiva solamente.

Sono molto combattuta tra la voglia di lasciarla in pace, magari le sto troppo addosso, e quella di fare qualcosa, di portarla da qualche persona competente che mi possa dire se il suo comportamento è normale o no. Ho tanta paura che rimanga sola, non ha amiche con cui trovarsi, e anche qualche bambina volenterosa poi si stufa della sua mancanza di iniziativa e di entusiasmo. Sembra che niente le interessi. Adesso è a casa con i nonni, lì si sente bene è contenta, può secondo me essere se stessa. Già con noi è meno tranquilla. Non so se sono stata esauriente, forse si chiederà, siccome ho parlato sempre di noi due che ruolo abbia il papa’ in questa situazione. Se ne sta un po’ in disparte, cerca di seguirla nei compiti ma purtroppo non vanno molto d’accordo litigano sempre, lui vorrebbe una figlia che capisse tutto al volo e Elisa in questo momento non è proprio cosi’. Dobbiamo avere più pazienza o come dobbiamo comportarci ? La ringrazio tantissimo dell’attenzione, spero di leggere la sua risposta.

Emanuela

– Continua –

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Lara
Lara
6 anni fa

Post molto interessante che tratta un argomento di cui tutti parlano spesso a sproposito. Leggerò con interesse il seguito perché è raro incontrare qualcuno che parli con onestà e professionalità di timidezza e introversione.
Troppo spesso, soprattutto a scuola e in famiglia, ci si ritrova a sbattere ripetutamente la testa contro un muro di incomprensione e a non sapere come esprimere le proprie emozioni di fronte ai continui consigli di “cambiare atteggiamento”, “aprirsi agli altri”, “non stare da soli”, perché nessuno può credere che tu sia davvero felice così. E alla fine gli altri non possono che avere ragione: a forza di sentirti dire che non sai socializzare, che dovresti essere diverso, ti convinci di avere qualcosa che non va e da lì a non credere più in te stesso il passo è breve.

Complimenti per l’ottimo blog e buon lavoro!

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