Somewhere

SomewhereSempre a proposito della possibile vita di una star dietro lo scintillio che noi tutti vediamo, vi volevo segnalare un bel film sul tema. Il titolo è Somewhere (2010), della regista Sofia Coppola. Il film è stato insignito del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film racconta la storia di Johnny Marco, una stella del cinema, che vive in un hotel di Los angeles e del quale seguiamo, durante il film, parte della vita ed il viaggio in Italia per ritirare un premio. Credo sia un film emblematico sulla solitudine che circonda molte di queste persone che sembrano essere state baciate dalla fortuna di fare un lavoro che le rende popolari. Al netto del fatto di vivere in un meraviglioso albergo, guidare una meravigliosa macchina, essere riconosciuto dalle persone quando si sposta, quello che sembra caratterizzare la vita del protagonista è la costante solitudine o comunque la difficoltà di costruire un rapporto che si possa definire tale. In molte scene è sempre solo anche quando si circonda, o è circondato da moltissime persone. Oppure colpisce come in molte sequenze a farla da padrone sembra essere il silenzio, anche quando il protagonista si trova insieme ad altri. La rappresntazione è molto bella e credo miri al cercare di far scorgere come spesso, dietro vite ammirate da tutti ci sia una vita solitaria, fatta anche dal silenzio e dalla mancanza di contatti. Potreste forse obiettare che nella vita di tutti noi ci sono momenti di questo tipo. Naturalmente è così, ma tendiamo, complice la iperappresentazione che la vita di personaggi famosi hanno nella nostra quotidianità, a dimenticare questa ovvietà pensando che questo tipo di persone vivano una vita completamente altra rispetto alla nostra. Ed è su questo meccanismo che può basarsi la proiezione del quale parlavamo nel post …with somebody who loves me… (21.02.12). Ovviamente non credo che la vita di queste persone sia solo questo. Credo, però, che sia anche questo. E faremmo meglio a tenerlo in mente. Nel momento in cui possiamo vedere ed essere consapevoli che esista anche questo aspetto in vite con le quali faremo volentieri scambio, forse il lucicchio stesso potrà essere sostituito da uno sguardo più consapevole, più completo e più complesso sulle loro ma soprattutto sulle nostre vite.

Che ne pensate?

A presto…

Fabrizio

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