Questo post è dedicato a tutti i giovani colleghi che, approfittando del blog, mi rivolgono spesso domande su cosa si debba fare dopo la laurea. Nonostante ci siano sempre più punti di scambio e possibilità di arrivare ad un numero sempre maggiore d’informazioni tramite internet, mi sembra che le cose siano sempre improntate a poca chiarezza.
Spero che la mia esperienza possa aiutare a schiarire le idee su cosa attende il neolaureato. Innanzittutto il percorso inizia con la laurea! Dopo avere festeggiato degnamente l’evento, il percorso che vi porterà ad esercitare la professione comincia con un anno di tirocinio obbligatorio presso un ente riconosciuto dall’Università. Vi consiglio di scegliere bene questo tirocinio, dal momento che permette di fare anche esperienze pratiche. Uno dei problemi dell’Università secondo me è legata alla eccessiva peso della teoria che caratterizza i corsi. Questa teoria non sempre è accompagnata da una parte più pratica. È vero che si è cercato di porre rimedio a questo aspetto con la presenza di tirocini anche nel percorso triennale. È purtroppo vero, però, che la maggior parte di questi tirocini finisce con un nulla di fatto dal punto di vista clinico. Per due ragioni: la prima è che non vengono affidati “casi clinici” a persone che, comunque, non sono considerate ancora formate. la seconda è che il tirocinio si trasforma spesso in un impegno a svolgere mansioni di ufficio che altri non vogliono più fare. Insomma, il primo ‘vero’ tirocinio rimane quello post laurea. Abbiamo già detto che dura un anno e può essere diviso in due semestri. Quindi potete fare i primi sei mesi presso un servizio e gli ultimi sei da un’altra parte. Dopo il tirocinio dovrete riprendere in mano i libri per sostenere una delle prove più temute: l’esame di stato per l’abilitazione professionale. E’ un esame abbastanza complesso, organizzato in più prove. Una volta passato l’esame potete iscrivervi all’albo degli psicologi della regione nella quale risiedete. Potreste fare gli psicologi ma ancora non potete fare psicoterapia. Per fare quella dovete scegliervi una scuola di specializzazione della durata di almeno quattro anni e riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica (MIUR), una volta finita la quale, sostenuta un’altra prova di esame potrete finalmente fregiarvi del titolo di psicoterapeuta.
Un giovane collega mi chiedeva se ci si poteva iscrivere alla scuola di specializzazione anche non avendo passato l’esame di stato. In teoria si, purchè l’esame venga sostenuto (e passato!) nella prima sessione utile del primo anno di scuola di specializzazione. Se posso, però, vi sconsiglio questo tipo di scelta. Il rischio è che, se non doveste passare l’esame di Stato, potreste perdere non solo l’anno di scuola, ma anche i soldi e il gruppo con il quale avete iniziato. Insomma credo che il gioco non valga la candela anche tenendo conto della forte imprevedibilità dei risultati nelle varie sessioni dell’esame di Stato. Credo sia meglio che abbiate tutte le carte in regola per affrontare tranquillamente la scuola che avete scelto.
Questo è, a grandi linee, quello che vi attende dopo la laurea in Psicologia. E’sicuramente un percorso lungo ma, data la delicatezza dei temi che andrete poi ad affrontare, questo tipo di formazione è assolutamente necessaria. Fatemi sapere se avete altri dubbi o timori e, se posso, cercherò di aiutarvi.
A presto…
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vorrei sapere qual è la differenza tra la psicologia e la psichiatria?? conosco dei parenti che sono incappati in scientology che sinceramente nn saprei ben definire . questi rinnegano la psicologia e considerano molto negativamente la psichiatria..ti sarei grata se mi potessi essere d aiuto nel chiarirmi le differenze tra le scienze.. grazie Ada
Che fatica…insomma non si finisce mai di studiare..però credo che alla fine,le soddisfazioni superino di gran lunga la fatica..o no?