Certe insufficienze delle nostre prestazioni psichiche (…) e certe azioni che appaiono non intenzionali, risultano, se si applica loro il metodo dell’indagine psicoanalitica, come ben motivate e determinate da motivi ignoti alla coscienza.
Sigmund Freud
Psicopatologia della vita quotidiana
Premessa: avete mai sentito parlare della teoria delle finestre rotte? La teoria delle finestre rotte ha un’applicazione in ambito urbanistico e sostiene che in un ambiente urbano dove vi siano delle trascuratezze (una finestra rotta appunto o qualunque altra cosa percepibile come degrado) queste, se non riparate in tempi brevi, finiranno per attirare altro degrado (altre finestre rotte, tag sui muri, vandalizzazioni di altro tipo) e innescherà una spirale degradante per l’edificio o più in generale per il quartiere nel quale tutto questo avviene.
Seconda premessa: nell’opera di Sigmund Freud Psicopatologia della vita quotidiana (1901), l’autore si prodiga, con tantissimi esempi pratici, di cercare di spiegare come molte delle cose che facciamo quotidianamente (lapsus verbali, dimenticanze, atti mancati ecc) non siano frutto del caso o della distrazione ma che in esse interverrebbero forze psichiche inconsce che non ci fanno ‘sbagliare’ per nulla ma che anzi tutti quegli atti siano dotati di un senso molto profondo se solo ci prendessimo la briga di analizzarli.
Queste premesse mi servivano sia perché anche io credo che incuria chiami incuria sia perché ritengo verosimile che dietro alla trascuratezza si nasconda altro. L’intuizione di Freud è applicabile anche al modo in cui viviamo: la trascuratezza dell’ambiente nel quale viviamo può essere un grande segnale di forze psichiche non consapevoli. Se una persona avesse la casa particolarmente trascurata, ad un livello superficiale potremmo semplicemente dire che è disordinato o disorganizzato. Se volessimo andare più in la nell’analisi, una trascuratezza marcata potrebbe essere indice di tante cose ben più complesse:
- la persona potrebbe avere poca stima di sé, per esempio, ‘non meritare’ (per i motivi più disparati e personali) una casa pulita e/o ordinata ed essere dunque costretto ad espiare questa sua indegnità nel caos;
- la trascuratezza potrebbe essere un modo per dire quanto ci si considera poco indipendenti, quanto non si reputi possibile prendersi cura di se stessi e del proprio ambiente da soli, potrebbe, in questo senso, essere la richiesta di aiuto che si fa agli altri di intervenire (confermando, però, ancora una volta la propria dipendenza dall’altro);
- altra ipotesi possibile è che la trascuratezza sia un vero e proprio segno di depressione: la persona pensa di non avere valore, di non contare nulla e che nulla di quello che faccia nella sua vita possa cambiare le cose. Se la mia vita non ha senso a chi importa se la mia casa è curata o no?
Queste osservazioni sulla persona sono secondo me estensibili anche a livello sociale più ampio. Ed eccoci allo scopo di questo post: amando profondamente la regione nella quale abito, la Sardegna, non posso non rimanere stupefatto dall’incuria, dalla negligenza, dalla trascuratezza, dalla sporcizia vista e percepita a molti livelli: strade colme di immondizia, presumibilmente gettata anche da macchine in corsa, spiagge scempiate da mozziconi, lattine, bottiglie, ecc. Ritenendo i miei conterranei parte in causa preponderante di questa incuria (difficilmente un turista abbandona un materasso a bordo strada!) mi sono chiesto quale sia la causa di tutto ciò. Ignoranza? Troppo semplice. Incuria? Non mi spiego come allora ci sia per molti versi una cura maniacale del proprio giardino e un totale disinteresse per le condizioni della strada di fronte allo stesso giardino.
No, ho sempre pensato che dovessero esserci spiegazioni più complesse. Incuria, abbiamo detto, genera incuria: se gli altri, è l’estremizzazione del pensiero, non si curano minimamente della spiaggia e spengono le sigarette lasciandone tra la sabbia i mozziconi, perché io me ne dovrei occupare? Perché dovrei assumermi una responsabilità che altri rifiutano di prendere? L’emulazione è, purtroppo, dietro l’angolo e questo fa si che al degrado se ne aggiunga altro. Anche l’egoismo gioca un ruolo preminente: il mio benessere viene prima di quello di tutti gli altri. Se a me viene comodo lasciare il mozzicone nella sabbia, a chi importa che ad altre persone potrebbe dar fastidio?
Inoltre, in accordo con quanto ipotizzato da Freud, devo ritenere ci sia un motivo più profondo che possa spiegare il modo in cui ci comportiamo. Le possibilità sono diverse e tutte, a mio avviso, plausibili:
- siamo una regione profondamente depressa che non crede più in se stessa? A chi può interessare la pulizia delle strade se non percepiamo neanche il nostro futuro?
- Oppure stiamo gridando, come in tante altre occasioni, che non siamo in grado di badare e curare noi stessi sperando che qualcuno ci salvi dalle nostre stesse mani?
- Ci stiamo dicendo, complici le continue sparate sul fatto che viviamo in un paradiso terrestre, che non meritiamo questo paradiso e che faremo di tutto per essere scacciati indegnamente da esso come novelli Adamo ed Eva?
Forse il mio è un ragionare di testa perché il mio cuore ha continuato a lagnarsi per tutta l’estate. Sto provando in ogni modo a capire, sto cercando da tempo una spiegazione, vorrei che qualcuno mi aiutasse a comprendere questo: c’è un motivo per cui siamo così trasandati? C’è un motivo per cui accettiamo tutto questo come se fosse inscritto nel nostro DNA?
Io ci sto provando, ma ognuna delle spiegazioni lascia l’amaro in bocca. Se qualcuno riuscisse a farmi capire come può ognuno di noi sopportare il degrado spicciolo che ci circonda gli sarei eternamente grato. Gliene sarebbe grato anche il mio cuore e forse riuscirebbe a farmi passare la prossima estate con meno inquietudine.
Che ne pensate?
A presto…
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Salve Stella, innanzitutto benvenuta e grazie per l’intervento. Non credo sia per nulla banale la sua osservazione: sta a noi essere i primi a cui importa il modo nel quale viviamo. Purtroppo spesso questa semplice premessa è totalmente disattesa. E cercavo di delineare i motivi per cui disattendiamo così tanto questa premessa! Torni pure a commentare quando preferisce. A presto Fabrizio
Riguardo all’incuria generale che affligge la Sardegna penso che sia la conseguenza della manifestazione di alcuni “valori” della nostra società moderna, ovvero l’egoismo e l’individualismo che portano a non pensare che se ognuno di noi buttasse la propria immondezza per strada, tutti ci ritroveremo con una montagna di rifiuti in giro, più grande di quella che si può osservare attualmente.
Pensare che tanto c’è qualcuno che sistemerà il nostro disordine non è corretto né realistico!
Anche io sono sarda e non credo che i miei conterranei pensino di non meritare la bella isola in cui viviamo, ma credo che spesso pensino che non spetti a loro doversene prendere cura!
Invece sarò banale ma vorrei chiudere dicendo: nessuno si prende cura di noi se per primi non siamo noi a prenderci cura di noi stessi, quindi basta lamentarsi delle cose che non vanno bene e rimbocchiamoci le maniche!
P.s. Complimenti per il blog offre molti buoni spunti di riflessione
Buonasera dottore….ha centrato in pieno una nota dolente del nostro paese, il quale dovrebbe essere orgoglioso del suo patrimonio artistico culturale. …invece cosa fa?….lascia stando passivamente ad osservare il suo lento degrado ….paese per lo piu ‘ costiero ricco di monumenti di bellezze ineguagliabili che si stanno deteriorando….l’atteggiamento dello scaricabarile ormai regna sovrano……stato regioni comuni che si palleggiano il problema senza risolvere nulla…..prenda Pompei….sta cadendo a pezzi e pare che nn se ne accorga nessuno ….e qsto é solo uno dai tanti patrimini che stiamo perdendo….poi in più nn aiuta il menefreghismo di ogni singolo cittadino che per negligenza nn contribuisce favorevolmente alla sua conservazione…..che dire …..qsta superficialita ci costerà cara ……e pensare che se ogn’uno di noi si comportasse civilmente potremmo vantaci di vivere in uno dei paesi più belli al mondo.