Fabrizio hai chiarito un dubbio che molte persone hanno … la differenza tra psicologo e psichiatra.. ora se posso vorrei farti una domanda… io, come sai, non ho frequentato nessuna scuola di psicoterapia, ma dal momento che tu l’hai frequentata, volevo chiederti cosa ne pensi del fatto che queste scuole siano aperte a medici psichiatri..
Approfitto della domanda di Martina per alcune altre precisazioni circa le professioni che si occupano di psicoterapia. Come detto in altri post (Chi è lo psicologo (04.03.2011) e Psicologo o psichiatra (07.09.11)) la qualifica di psicoterapeuta viene rilasciata alla fine della frequenza di un corso di specializzazione della durata di 4 anni. Martina specificamente mi chiede cosa ne pensi del fatto che queste scuole siano aperte anche a medici. Sostanzialmente, la differenza di formazione rende diverso l’approccio verso questo tipo di scuole. E’ ovvio che un approccio di tipo medico diferisca da una formazione di tipo umanistico come quella che forniscono le facoltà di Psicologia.
Entra in gioco, però, un altro fattore che secondo me andrebbe tenuto in considerazione. La formazione, in questo tipo di scuole, è molto particolare. Non è più solamente teorica, non è, cioè, semplicemente basata sui libri che una persona deve studiare per passare un esame. Anzi, è molto pratica, molto centrata sul coinvolgimento personale dell’individuo. In molte scuole, se non obbligatoria, è vivamente consigliato l’inzio di una terapia personale che permetta di lavorare anche sulle proprie aree di risonanza in terapia stessa. Dal punto di vista formativo, dunque, l’esperienza delle scuole di specializzazione tende ad avvicinare i due tipi di approcci, perchè l’accento viene posto sull’individuo piuttosto che sul suo background formativo. Questo, a mio giudizio, può essere un elemento che gioca a favore di questo tipo di esperienza. Sostanzialmente, e qui parlo anche per la mia esperienza personale nella scuola, gran parte del peso è data anche dalle capacità personali del singolo, dalle proprie esperienze personali, dal grado di coinvolgimento che si sceglie di avere, da una serie di esperienze che toccano, cioè, il singolo. Esperienze che, ovviamente, possono entrare in gioco nella terapia stessa. Dato l’accento posto sulle capacità del singolo, le esperienze formative precedenti possono giocare un ruolo minore. Minore non vuol dire che non ci siano. Rimangono, quindi, due approcci (quello psicologico e quello psichiatrico) che, se non condividono il punto di partenza o il taglio formativo possono, però, avvicinarsi all’interno del percorso di specializzazione, in base alle sensibilità individuali.
Spero di aver risposto ai dubbi di Martina.
A presto…
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Salve Marcello ancora benvenuto sul mio blog. Capisco la sua posizione ma non credo di aver mai detto, né mai pensato a dire il vero, che lo psichiatra sia un’ignorante dispensatore di pillole. Sono del tutto d’accordo con lei sul fatto che sia necessario chiarire che non vi siano cause fisiche che possano far stare male il paziente. Le assicuro che diverse volte ho spinto perché vi fosse un intervento di tipo farmacologico per alcuni pazienti. Credo che, in fin dei conti, le nostre posizioni circa le figure dei due professionisti, psicologi e psichiatri, siano più distanti in apparenza che in realtà. Credo sia un approccio limitante quello di ‘si cura tutto col farmaco’ ma credo sia altrettanto limitante quello secondo cui ‘ la psicoterapia può fare tutto’. E’ necessario che i due rami si intreccino e capiscano quando hanno bisogno uno del supporto dell’altro. Spesso questo è demandato al singolo professionista che talvolta, abbarbicandosi in posizioni più ideologiche che utili, rifiuta di prendere in considerazione altri approcci. La ringrazio per la possibilità che mi ha dato di aggiungere qualche dettaglio in più alla mia risposta. A presto… Fabrizio
Salve Marcello,
innanzitutto la ringrazio per il suo contributo. Non sono d’accordo su molti punti primo fra tutti, e non ultimo, la sua frase ‘dallo psicologo si va per i consigli’. Credo sia una frase scorretta e offensiva come lei reputa offensivo definire lo psichiatra dispensatore di farmaci. Mi sono occupato del tema dei consigli in un post specifico (Dottore cosa devo fare? pubblicato il 20.10.11) e ritengo, personalmente, che non sia proprio il mio compito quello di dare consigli, quanto quello di capire le ragioni che quel comportamento ha per la persona. Altrettanto scorretta ritengo la frase iniziale ‘è arrivato il momento di farvi capire come stanno le cose’. Trovo che non abbiamo bisogno di guru che ci insegnino a ‘capire’ le cose ma persone con le quali confrontarci. A questo proposito le consiglio il libro ‘Se incontri il Buddha per la strada uccidilo’ di Sheldon Kopp libro che, temo, sarebbe necessario leggesse. Veniamo alle cose pratiche. Innanzitutto chi ha stabilito che la medicina e la psicologia non possano essere comparate e in base a quali regole? Direi che la ‘scientificità’ della psicologia sia una questione quantomeno più complessa e che non possa essere liquidata così in due battute. Capisco la necessità di tirare acqua al proprio mulino, ma io prenderei in considerazione anche il rispetto per le altre discipline che si occupano della complessità della vita umana. D’altronde se non ci fosse la psicologia non ci sarebbe neanche la psicoterapia nella quale lei potrebbe volersi specializzare. Ancora, non riesco a capire che senso possa avere la sua frase: ‘gli psicologi temono di essere completamente inutili da quando gli psichiatri sono abilitati a questa pratica’. È una sua paura o una sua speranza? Non capisco neppure la precisazione sulla durata del corso di studi dato che uno psicologo fa 5 anni di università più 4 di scuola di specializzazione. E, visto che stiamo precisando alcune cose, aggiungerei di scuola di specializzazione non retribuita a differenza di quanto avviene per i medici. Io, a differenza sua, credo che le cose siano integrabili e che la mia e la sua professionalità siano assolutamente complementari. Non credo che la sua posizione sia forte o viceversa, trovo che abbia competenze in più che possono essere utilizzate. E, si immagini un po’, anche uno psicologo, come nel mio caso, può rendersi conto che un paziente ha necessità di un supporto farmacologico e indirizzarlo da un suo collega.
In conclusione, prima di scrivere circa l’offensività degli stereotipi sugli psichiatri, provi a vedere se quello che scrive non sia altrettanto offensivo e limitante. Come le ho detto, abbiamo bisogno di confrontarci e di discutere non di schierarci per una squadra e disapprovare l’altra. Ancora grazie per il suo commento. Fabrizio Boninu.
Egregio dott. Boninu,
mi scuso per i toni da me utilizzati nel commento al suo articolo, soprattutto perchè noto con piacere che Lei é un professionista serio ed una persona molto educata alla quale voglio mostrare tutto il mio rispetto. Il mio intervento è da interpretare come uno sfogo (ma non vuole essere una scusa, anzi a rileggermi provo dispiacere) nei confronti di tante assurde affermazioni pubblicate in rete, secondo le quali il medico psichiatra sarebbe una sorta di ignorante della psiche umana che vuole risolvere tutto con le pillole. Per questo motivo ci tenevo a sottolineare che in moltissimi casi è necessario escludere problemi di salute generale prima di affermare che un disagio è psicologico. Questo stesso articolo se non erro è stato scritto come continuazione di un altro in cui si menzionava la disinformazione e la diffamazione che scientology sta attuando con ogni mezzo nei confronti della psichiatria. Io non difendo la categoria, nè tiro acqua al mio mulino (anche perché non sono uno psichiatra). Credo peró che sia doveroso chiarire, come Lei giustamente fa nel suo articolo, che anche lo psichiatra puó ricorrere alla psicoterapia e quindi non è sempre orientato all’ approccio farmacologico. Detto questo ritengo che ci siano casi in cui l’ approccio deve essere esclusivamente psicoterapico e su questo punto ritengo molto utile la figura dello psicologo. E’ vero che ho detto che gli psicologi temono di essere inutili da quando ecc… Ma il tono ironico non si puó esprimere con efficacia utilizzando una tastiera. Infatti subito dopo preciso che se si chiede ad uno psicologo la differenza di cui discutiamo, questi risponderà (non sempre, Lei é appunto un’ eccezione, spero non rara) che lo psichiatra puó prescrivere i farmaci e lui no. È assolutamente falso, perchè le due figure hanno compiti differenti, ma mi fermo quí altrimenti sembra davvero una specie di campagna pubblicitaria. Molti di voi sono professionisti di grande qualitá, che di fronte a problemi di natura medica chiedono il consulto dello specialista o del medico di medicina generale; tuttavia c’ è qualcuno (e non posso fare nomi, ma su google si trovano facilmente le prove di quanto scrivo) che per arricchirsi scrive libri in cui afferma cose prive di fondamento scientifico (ad esempio sulle psicosi) correndo il rischio di gettare fango sui suoi colleghi che invece fanno il loro lavoro con serietà e passione. Spero di aver chiarito la mia posizione. In ultimo dico solo che Lei afferma che anche lo psicologo si puó accorgere che un paziente ha bisogno di farmaci. Bene. Un suo collega tuttavia rititene che nel trattamento della schizofrenia i farmaci siano inutili (e ci ha scritto anche un libro), così come sta raccogliendo firme per togliere ai medici quello strumento salva-vita che è il TSO. Mi sembra che la mia malafede nei confronti di soggetti simili sia comprensibile, considerando che per le psicosi gravi è ben documentato il ruolo assunto dalla trasmissione dopaminergica alterata e che il TSO é in molti casi l’ unica speranza di sopravvivenza per il paziente. Certo, mi sono meritato le critiche perchè ho dato l’ impressione di fare di tutta l’ erba un sol fascio; spero peró che questo mio intervento non Le lasci solo il brutto ricordo di un litigio con uno sconosciuto, ma che possa servire a far crescere in entrambi il rispetto per il lavoro e le conoscenze altrui. Cordiali Saluti.
Salve. Sono un laureando in medicina e chirurgia e frequento come interno il reparto di psichiatria. Visto che molte persone mi chiedono spesso le differenze tra psicologo e psichiatra e soprattutto quale scegliere, direi che è arrivato il momento di farvi capire come stanno le cose. Il medico si occupa di malattie in generale; lo psichiatra si occupa di malattie mentali. Ora, se una persona è affetta da sindromi che contemplano manifestazioni psicotiche, come sentire voci inesistenti o vedere cose irreali, non c’ è dubbio che vada portata da un medico. Se invece uno sta male perchè tutti lo prendono in giro in quanto ha il naso lungo o altre cose di questo genere, è chiaro che si può ricorrere al supporto dello psicologo. Tuttavia esistono una serie di vie di mezzo. Perciò ci sono casi in cui sarà difficile capire se la nostra mente si è ammalata o è solo danneggiata da un modo sbagliato di ragionare. Se una ragazza viene da noi è sta perdendo peso, noi facciamo una serie di esami per porre una diagnosi MEDICA, e molte volte viene fuori un problema alla tiroide o malattie ancora più gravi del corpo. Altre volte la diagnosi è di anoressia. Se non fossimo medici finiremmo per etichettare tutte come anoressiche, oppure non potremmo mai dire se uno sta diventando depresso perchè ha il Parkinson o se invece è semplicemente triste. La psicologia è uno strumento utile in molti casi, ma di certo non può essere paragonata alla medicina. In definitiva consiglio a tutte le persone che temono di avere problemi di salute mentale di rivolgersi al medico di base o allo psichiatra. Se non siete malati sarà lo stesso psichiatra a consigliarvi uno psicologo. Riguardo alla psicoterapia il vero problema è che gli psicologi temono di essere completamente inutili da quando gli psichiatri sono abilitati a questa pratica. In effetti non hanno tutti i torti, ma non prendetemi per un diffamatore. Provate a chiedere ad uno psicologo la differenza che passa tra lui è uno psichiatra: vi dirà che questo può prescrivere i farmaci e lui no. Tale risposta è molto offensiva perchè riduce il medico a un distributore di medicinali, quando sappiamo benissimo che la vera differenza sono i sei anni di medicina e i cinque di specializzazione, che formano una figura capace di curare una persona senza tralasciare nessuna componente sia essa psichica o fisica. Sappiate che molte malattie mentali sono espressione di malattie di altri organi, come il surrene, la tiroide, le gonadi… Come fa uno psicologo a darvi una diagnosi? Se un giorno doveste perdere lucidità a causa di una sclerosi multipla oppure comiciaste a delirare per via di un tumore nel lobo temporale, vorreste saperlo subito o preferireste farvi “analizzare” alla ricerca di qualcosa che non esiste? Dallo psicologo si va per consigli su come affrontare questioni della nostra vita che riteniamo problematiche; dallo psichiatra si va perché il cervello, come tutti gli organi, può subire danni. Ma dato che nessuno può dire con cetrezza se i pensieri sono “normali” o patologici, occorre fare una serie di considerazioni che solo chi conosce il corpo e la patologia in generale può fornirvi.
L’avvicinarsi alla psicoterapia da parte di un psichiatra, a mio avviso da profano,è un completamento o meglio un approccio diverso, sempre per quanto concerne la sfera psichica,ma sicuramente completo. Se la psichiatria si è evoluta sopratutto considerando il paziente come un malato da un punto di vista fisico-neurologico, e quindi incentrando le cure sopratutto con farmaci (che in molti casi sono necessari) la psicologia si è evoluta considerando sopratutto l’aspetto emotivo-cognitivo del paziente, quindi ricercando le cause del “malessere” rimuovendole con un percorso di colloqui e verifiche. Adesso non so se mi sono spiegato bene, perchè come ripeto io sono solo un profano senza nessun titolo di studi al riguardo. Però penso che sia un fatto positivo, quello che forse è da capire quando ci si rivolge ad un psicologo o ad un psichiatra? Quali sono le scelte da optare? e perchè sembra che le due discipline ambedue scientifiche sembrino in continua competizione? A tutti un saluto Antonello
Sono veramente esterrefatta di quanti danni si possano fare con l’ignoranza.
Marcello ha commentato un qualcosa di cui non ha cognizione. Probabilmente pensa che lo psicologo sia quello che risponde nella posta di “cioè”.
Personalmente non vorrei avere un medico come lui, neanche per curare una verruca!
Splendidi medici?!!Voglio tanti medici di base (occorrono solo 5 anni per la laurea)poi andrò da loro per i miei problemi di salute, mi indicherà le indagini da farsi, poi, se ritiene mi indirizzerà dallo specialista del caso, sia esso cardiologo, proctologo (perché no?)reumatologo, oncologo, etc, se avrò un problema al mio piccolo cervello mi invierà dal neurologo magari quest’utltimo mi invierà da un neurochirurgo di chiara fama ma se solo mi indicherà “una malattia della mente” e mi propone di andare dallo psichiatra, sapete che faccio? Cambio medico di base.
A buon intenditore poco parole
Voglio tanti bravi medici di base.
Mi potranno indicare quante e quali analisi ed indagini fare per il mio problema.
Letti i risultati mi indicherà la terapia altrimenti provvederà subito al inviarmi dal cardiologo, dal proctologo (perché no?) reumatologo, oncologo, endocrinologo, allergologo, otorinolaringoiatra, se ritenesse che il mio cervello abbia qualcosa che non va (la RM non promette niente di buono) mi invierà dal neurologo il quale potrebbe inviarmi dal neurochirurgo, Ma attenzione se il mio medico di base mi paventasse una “malattia mentale” e solo provasse ad inviarmi dallo psichiatra, allora cambierei subito medico di base.
“Non so se mi spiego quello che dico”
A buon intenditore poche parole
Salve Gino, innanzitutto benvenuto. Non so cosa intenda con ‘splendidi medici’, ne come correla quello che ho scritto in questo post con la sua volontà di non accettare la consulenza di uno psichiatra. Comprende la necessità di rivolgersi a specialisti, tranne lo psichiatra. Lo psichiatra è semplicemente un medico con una specializzazione in psichiatria. Come in tutte le professioni, ci sono professionisti e persone meno portate al supporto dell’individuo, ma il discorso è così generico che non riesco a comprenderne l’utilità. Non so se sia la sua esperienza a farla parlare così. Nel caso sarebbe interessante (se vuole!) comprendere cosa sia successo.
Grazie per l’intervento,
Fabrizio Boninu
P.s.: a scanso di equivoci, sono psicologo non psichiatra!
Mi piacerebbe parlare con Lei, ma purtroppo non ne ho il tempo, comunque, non sussiste nessuna utilità per quanto mi riguarda se non quella di intavolare una discussione tra un “professionista serio” (Lei, presumo) e un non addetto ai lavori, che sono senz’altro io.
Mi diletto molto spesso ad approfondire tematiche che mi interessano partendo da spunti quali possono essere eventi di cronaca (molti) che mi fanno pensare, e da ultimo ho intrapreso il tema della psichiatria (decessi, farmaci di ogni tipo dagli antidepressivi in genere a neurolettici dati a bambini con conseguente morte o danni irreversibili) che mi hanno portato alla lettura ed approfondimento del tema (Le assicuro molto interessante e istruttivo per lo studio dell’animo umano) Vorrei poter leggere di medici (di ogni specializzazione) che si sollevano e discutono seriamente, avendo ben presente il giuramento di “Ippocrate”. Mi è sorto un dubbio (sa! non ho letto se per sommi capi le lettere di cui sopra, mi sono limitato ad osservare che leggevo cose trite e ritrite) ma lo psicologo è tenuto al suddetto giuramento? è accaduto che mi sono perso sulle lauree e anni e corsi vari.
Non si preoccupi è solo che purtroppo ancora mi indigno per il fatto che ci sono persone, MEDICI, che ritengono la psichiatria una scienza e gli psichiatri dei medici specializzati in psichiatria (specializzazione per me inventata di sana pianta) e non mi dica che Lei non è a conoscenza di tale dibattito (misconociuto).
L’ascolto dell’altro, certo è essenziale, la sociologia studiarla, LA SCIENZA SOCIALE che non si ammanta della qualifica di SCIENZA MEDICA, così tanta abusata (leggi PSICHIATRIA).
Auguri per la Sua Professione, vado in ferie.
Gino
PS: non sono un sociologo