E’ in corso di svolgimento (Marzo – Giugno 2012) il laboratorio di intelligenza emotiva ‘I have a dream’. Il percorso nasce dall’idea che la crescita rappresenti un momento di confronto nella vita dei ragazzi. L’adolescenza, spesso descritta come età difficile, può diventare, se sostenuta, un viaggio alla scoperta di sé, dei propri pensieri e dei propri vissuti, un’esplorazione verso mete sconosciute e una possibilità di relazione senza timore di essere giudicati.
Il percorso, strutturato in sette incontri, si pone come obiettivi:
- favorire l’appartenenza consapevole al gruppo dei pari;
- potenziare la consapevolezza dei propri vissuti favorendo il dialogo interiore;
- scoprire e valorizzare il proprio talento.
E’ rivolto a ragazzi che frequentano la prima classe della scuola secondaria di primo grado. Gli incontri si svolgono presso la Cittadella della Salute – Distretto Sociosanitario Cagliari Area Vasta – ASL Cagliari, via Romagna 13 – 09100 Cagliari. Il gruppo è condotto da me e dalla mia collega Karol Pagini. Il laboratorio è svolto in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza della Asl 8 di Cagliari. L’ente coinvolto opera per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle patologie dell’età evolutiva e dell’adolescenza. Si occupa dei bambini e degli adolescenti da 0 a 18 anni attraverso la presa in carico globale e la creazione di percorsi di salute personalizzati, rispettosi dei bisogni, delle dignità della persona e delle famiglie.
Il laboratorio vero e proprio è stato preceduto da un incontro con i genitori dei ragazzi. In questa occasione è stato presentato loro il progetto e le finalità che il laboratorio stesso si proponeva di centrare. Proprio in questo incontro io e la mia collega abbiamo percepito come i genitori stessi fossero interessati ad un confronto sia con la nostra figura professionale sia con altri genitori. Ne è nato un dibattito molto partecipato ed interessante all’interno del quale ci siamo accorti di come la maggior parte dei consigli che comunemente vengono dati ai genitori ignora il mondo dell’emozione dei figli. Questi consigli si basano su teorie educative interessate al fatto che i bambini si comportino male, ma sono teorie che ignorano i sentimenti che sottendono a quei comportamenti. All’interno della comprensione del mondo emotivo del ragazzo, si voleva sottolineare, infatti, come gli estremi pedagogici del ‘troppo amore’ e della ‘troppa severità’ potessero essere, allo stesso modo, modelli lacunosi. Se, infatti, si volesse mettere l’accento sulla comprensione delle emozioni del ragazzo, questo non potrebbe né dovrebbe portare ad un accettazione acritica di qualunque comportamento manifestato dal ragazzo stesso. Anzi si sottolineava il valore fortemente contenitivo, e perciò rassicurante, del mondo delle regole. Ovviamente tutto ciò può porre il genitore in una posizione scomoda e difficile da mantenere. Come detto, la discussione è stata molto proficua e ha permesso di conoscere i diversi mondi familiari che si trovavano nel gruppo.
Il lavoro è in corso e in corso sono anche le valutazioni di progetti simili, quindi legati a gruppi di coetanei come anche la possibilità che si possa iniziare un lavoro di supporto alla genitorialità.
Chi fosse interessato alla partecipazione ai progetti può contattare, per informazioni, il numero 3920008369 o contattarmi via mail all’indirizzo fabrizioboninu@gmail.com.
A presto…
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