0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notify of
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
fabrizioboninu
fabrizioboninu
6 years ago

Salve Sonya benvenuta sul blog.. Ovviamente condivido in pieno le parole di Whitaker. Il mio intento era quello di marcare una differenziazione tra contesto psicologico e contesto amicale, con questo non volendo sminuire il valore fondamentale delle relazioni nella vita di una persona. Ho usato la parola scelta nel senso di predilezione non perché pensi che qualcuno possa scegliere consapevolmente di compiere un azione autodistruttiva, quanto perché, nel momento in cui viene fornita un’alternativa, si palesa una possibilità di scelta. Certo, sarà una scelta non del tutto libera perché influenzata da un insieme di livelli, tra i quali quelli da lei menzionati. Ma la persona potrà determinare a quale di questi livelli dare più peso. In questo, penso, ci sarà scelta. Grazie per l’ottimo commento. A presto…

Sonya
Sonya
6 years ago

Carl Whitaker, in Considerazioni Notturne, uno dei libri più belli che abbia mai letto, definiva “incontri terapeutici” quelli sani, costruttivi, pro-individuazione, che appartengono al quotidiano possibile di un individuo. Definiva così l’incontro con la moglie, per esempio. Può esserlo quello con un amico, che non è detto debba per forza comportarsi come un dispensatore di consigli. Può essere così evoluto da sapere che non servono. Può esserlo al punto da riuscire a giocare con il contesto muovendosi con destrezza, tra soggettività (affettività) e oggettività (distanziamento). La relazione terapeutica professionale, sosteneva sempre Whitaker (che sottoscrivo in toto) arriva spesso, quando le altre relazioni falliscono il loro intento fondante, quello di essere terapeutiche, ossia fondanti positivamente, per l’individuo.

La parola scelta, riferita alla rinuncia ad uscire da una gabbia, ritengo sia impropria. Nessuno sceglie nel senso vero del termine, di compiere un’azione autodistruttiva. Si tratta di una volontarietà relativa. Falsata. Regolata da tanti, troppi livelli, personali, individuali, relazionali (in qualche punto nodale evidentemente disfunzionali).
Saluti

2
0
Would love your thoughts, please comment.x
()
x