Questa riflessione nasce dall’osservazione che sempre più persone interagiscono tra loro tramite l’utilizzo o la mediazione dei social network che, ogni giorno di più, ingrossano le fila dei loro utilizzatori. Chi di noi non è iscritto in uno dei numerosi social network? Chi di noi non trova agevole fare amicizia su internet? Perché sembra sempre più facile fare questo tipo di amicizie e coltivarle rispetto e, a volte a discapito, delle amicizie reali? Cosa si nasconde dietro questo mondo che si ingrossa sempre di più di persone, di storie e che abusa di termini con i quali, un tempo, definivamo i rapporti con gli altri?
La vera questione di questo tipo di rapporti riguarda il fatto stesso che si possano definire amicizie. L’amicizia nasce (nasceva?) dalla conoscenza diretta con la persona, dalla condivisione di una parte importante della nostra vita (la scuola, le vacanze, un viaggio) e permetteva di inserire quella persona in una cerchia ristretta di conoscenze con le quali potevamo dire di sentirci vicine. Tutto questo è stato rivoluzionato dall’avvento e dal concetto che dell’amicizia danno i social network. L’amicizia sembra, in questo caso, legata più al numero delle persone che si ‘conoscono’, piuttosto che dalla reale interazione che poi si ha con queste stesse persone. Per molte di loro è importante avere un gran numero di amicizie, senza che ci si curi minimamente di cosa voglia dire avere queste ‘amicizie’. E qui entra in gioco uno dei fattori che hanno favorito la diffusione di questo tipo di reti: il contatto con l’altro. Se è vero che le persone che vengono conosciute su questi nuovi media non possano dirsi amiche, è anche vero che viene favorito uno scambio continuo tra persone che difficilmente si sarebbero potute incontrare nella vita. Questa quantità di rapporti non può essere confusa, però, con la qualità. E, secondo me, non è vero che tendono a favorire i confronti perché generalmente le persone si circondano di contatti che abbiano interessi simili ai loro, non favorendo un contatto tra persone che possono pensarla diversamente.Tanto che, spesso, qualunque discussione degenera facilmente nell’insulto. Questa parentesi ci porterebbe lontano: ho affrontato questo tema nel post Perchè siamo così aggressivi su internet pubblicato l’11.09.12. Tornando a noi, credo che la proliferazione di questi luoghi di incontro virtuali nasca anche dalla difficoltà che si ha nello stabilire rapporti reali e dalla facilità con cui, invece, questi rapporti possono essere gestiti su internet. Mi spiego meglio: un’amicizia può essere anche un’esperienza faticosa: il nostro amico può richiedere un’attenzione o un impegno che noi, sempre presi dalle mille corse quotidiane, possiamo sempre più raramente permetterci di concedergli. O che non vogliamo concedergli. Un’amicizia su internet può essere molto più facilmente gestita spesso senza nessun coinvolgimento diretto tra le persone. Se ci pensiamo, si tratta di condividere un link oppure metter un ‘mi piace’ su qualcosa postato da qualcuno. Un altro aspetto che entra in gioco nel successo di questo tipo di contatti ha a che fare con la possibilità di investire poco della nostra personalità nella relazione stessa. L’immagine che noi diamo di noi stessi sui social network è molto edulcorata, e può non rispondere al vero per moltissimi aspetti. Ovviamente, questo è un problema che può colpire anche una relazione ‘reale’ dato che possiamo mentire ed essere poco sinceri su noi stessi. In una relazione ‘reale’, però, il gioco è molto più dispendioso e, se la conoscenza continua, può difficilmente essere mantenuto a lungo a costo della relazione stessa. In un rapporto virtuale, invece, questo gioco può andare avanti per parecchio se non caratterizzare l’intera durata della ‘conoscenza’. Non fraintendetemi, non sto dicendo che i social network siano dannosi o che non costituiscano nulla di valido. Sono una realtà con la quale confrontarci e che ormai permea gran parte della nostra stessa quotidianità.
La riflessione voleva arrivare a chiarire quali possano essere le differenze tra una relazione nella quale giochiamo per intero e una relazione che ci può far giocare solo in minima parte. Forse è vero che entrambi siano relazioni. Ma non so se per una delle due possa essere esplicativo il termine amicizia.
A presto…
Fabrizio
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Altro grande articolo che tratta un tema attualissimo. Il termine amicizia è un termine direi sacro, perchè non c’è rapporto senza amicizia, nè legame di alcun tipo, per cui chiaramente non si può pensare che ogni contatto dei social network sia di amicizia, ma piuttosto conoscenza. Tali conoscenze, essendo spesso raggruppate per simpatia, affinità o condivisione di pensiero, possono creare le basi per un’amicizia che forse ci mette più tempo rispetto a quella che viviamo col diretto contatto fisico, ma la cui essenza esula dalla fisicità, malgrado sia anch’essa importante. Quindi credo cambi un pò la forma, ma nella sostanza restano gli stessi rischi. Nel rapporto diretto con la persona ci prende molto lo sguardo, la postura, il tono, le movenze ecc.. e poi si approfondirà il pensiero ed il sentire, mentre nel virtuale il processo è inverso e quindi parte dal pensiero e dal sentire per poi eventualmente poter conoscersi fisicamente. Certo il tempo è sempre più tiranno nella nostra vita, per cui dedicarlo all’amicizia, così come all’amore, diviene sempre più un problema, che a mio avviso è soprattutto una non volontà…innanzi all’importanza dei legami più forti non si può, nè deve mai sottrarsi all’esserci comunque, non per dovere, ma appunto perchè il sentire supera ogni difficoltà della nostra vita, con le giuste priorità… Grazie per questi articoli che leggo sempre con molto piacere ed interesse:)