Travestiti che usciamo (1)

Travestiti che usciamo (1)Il post di oggi ha come tema il travestitismo, persone che indossano indumenti propri del sesso opposto. Il termine non è da confondere con transessualismo, termine che indica persone la cui identità psicologica non corrisponde all’identità fisica e che, per questo, si atteggiano, vestono, comportano sempre come persone del sesso opposto. Spesso, queste persone hanno come obiettivo il cambiamento chirurgico del sesso. Fatta questa piccola premessa, leggevo in un libro un passo riguardante i travestiti che vi riporto integralmente. Credo che nel brano il termine travestitismo sia usato con accezione più ampia rispetto a come l’ho esemplificata io, e coinvolga anche il transessualismo.

Il brano: un esempio recente e particolarmente drammatico di interazione fra fattori di ordine personale, familiare e sociale nello sviluppo sociopatico è quello proposto dalla vita e dalla storia dei travestiti che si prostituiscono sui marciapiedi delle grandi città dell’Occidente. Una ricostruzione attenta della loro vita familiare permette di collegare, in alcuni casi, le incertezze del loro orientamento sessuale alla valorizzazione delle loro tendenze femminili da parte, in particolare, della madre (che li vestiva da donna quando erano piccoli, che sottolineava la loro sensibilità, dolcezza, attitudine alle faccende di casa e che insisteva comunque sul significato affettivo per lei di questi comportamenti). “Traditi” dalla madre nel momento in cui la loro problematica e il loro comportamento diventano socialmente ed emotivamente insostenibile, molti di questi giovani affrontano situazioni conflittuali gravi all’interno di una famiglia che non accetta la loro diversità e si sentono costretti ad andarsene di casa. L’attrazione e il rifiuto che essi determinano negli uomini con l’ambiguità della loro presenza sessuale diventano a questo punto la loro forza e la loro debolezza, condizionando in modo spesso definitivo le loro scelte successive. Per strada, di sera, il travestito è un simbolo sessuale, attraente e sicuro. Di giorno, nei luoghi della vita comune, è un diverso di cui ci si vergogna. Povero di strumenti alternativi come tutti i diversi la cui crisi si esprime in fasi decisive per la formazione e per l’acquisizione degli strumenti  culturali necessari  al lavoro, egli si sente respinto irresistibilmente (come accade appunto nello ‘sviluppo’) verso la prostituzione: un comportamento riprovato (la polizia) e sollecitato (i clienti, fra cui bisogna valutare ovviamente, a volte anche i  poliziotti) da un sistema sociale che utilizza fino in fondo la loro diversità.

Interessante, anche nel caso dei travestiti, l’osservazione relativa al decorso naturale della loro condizione di sofferenza. In mancanza di casi documentati di “guarigioni” ottenute con interventi basati sul tentativo di farli desistere dal loro comportamento, quelle che è possibile documentare sono infatti:

  • evoluzioni integrative attraverso il cambiamento definitivo, anagrafico e anatomico, del sesso; 
  • evoluzioni positive verso l’accettazione di una diversità meno esibita e progressivamente più integrata nelle comunità omosessuali;
  • evoluzioni di tipo psicopatico con lo stabilizzarsi di una prostituzione sempre più esibita, aggressiva e conflittuale e con il sopravvenire di disturbi comportamentali di secondo livello (alcool e droga). [1]
– Continua –
 
[1] Cancrini, L., et al., Il transessualismo e il cambiamento di sesso, in Cancrini, L., La Rosa, C. (1991), Il vaso di Pandora, Carocci, Roma, pp. 227-228
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fabrizioboninu
fabrizioboninu
6 anni fa

Ci sarebbe da capire cosa ti mette in imbarazzo rispetto alla tua terapeuta, ma è una aspetto della vostra relazione che dovresti esplicitare a lei di modo che riusciate a lavorarci in terapia. Se la tua psicologa non si è accorta di questo naturalmente avrà difficoltà ad intervenire per cercare di comprendere a cosa è legata questa tua difficoltà. Puoi anche cercare di dirle di questa idea che credi che con un terapeuta uomo probabilmente ti sentiresti meno a disagio. Cambiare terapeuta può essere una delle possibilità ma credo sia meglio che venga discusso tra te e lei. Anche parlare di questo potrebbe essere un ostacolo per te? E’ possibile che dopo che ci avete lavorato assieme avrai più chiaro come muoverti. Fammi sapere cosa succede. Se non vuoi continuare nella comunicazione sui commenti puoi anche contattarmi per email (fabrizioboninu@gmail.com) oppure tramite messaggi privati su Facebook alla pagina Lo Psicologo Virtuale.
A presto…

gianluca
gianluca
6 anni fa

Non mi manchi di rispetto tanto nella vita comune sono gianluca ,quando mi travesto in casa mi piace pensarmi Melissa,magari chiamami cosi,ho parlato con i tuoi colleghi e per uscire dalle droghe ho fatto circa 2 anni di terapia di gruppo e coll individuali di cui ho parlato della mia sessualita…piu che per plavare la sofferenza erano gli stimoli di vita che cercavo….non so riguardo al mio sentirmi donna e il piacere che provo dentro immagginandomi di fare sesso come una donna e forte..so che non e una questione discutibile in questo modo,io ne con la mia terapeuta non vado proprio a fondo perche e donna e mi vergogno,forse con un uomo e meglio? Una cosa e sicura voglio trovare la mia completa felicita ne
lla vita sessuale ….mi fermo qui perche mentre scrivo penso di metterci altro e rischio di far confusione troppa…grazie ciao

fabrizioboninu
fabrizioboninu
6 anni fa

Ciao Gianluca innanzitutto benvenuto… Scusa, non voglio mancarti di rispetto ma il nome che mi compare nella registrazione è Gianluca. Leggo anche Melissa nella mail, è il nome che sceglieresti per te? Dimmi cosa preferisci che usi. La situazione che mi descrivi è complessa. Si tratterebbe di capire a cosa è legata la sofferenza che senti di dover placare con sostanze. Capirai che la cosa non è molto semplice per messaggio. Sei mai stato da un/ una mio/a collega?

gianluca
gianluca
6 anni fa

Io mi sento donna da piccolo,ho sempre represso ho fatto di nascosto il sesso ho il travestimento,per questo ho sofferto tantissimo e per placare ho usato droghe e alcool per una vita,ora ho smesso con il consumo pero sento tanto bisogno di travestirmi da donna ed essre libero,sono in una piccola citta e questo mi rimane difficile,come si puo fare per non appesantirmi emotivamente con il rischio nel consumo ho comunque farmi del male?

rosanna anzalone
rosanna anzalone
6 anni fa

Articolo interessante che suscita diverse riflessioni. Se ho ben compreso mi domando: Ma se una ad una prostituta si consetisse di vivere la sua professione liberamente anche negli ambiti lavorativi e sociali significherebbe una diversa esternazione della sua diversità? Se la diversità vissuta male, comporta distirbi comportamentali c’è da dedurre che c’è una marea di diversi!!!! Questo articolo evidenzia la necessità di vivere le differenze trovando un equilibrio comune che punti all’accettazione della diversità come forma di benessere individuale e conseguentemente sociale.A volte ci sono vissuti di sofferenza difficili da gestire e per fortuna gli psicologi sono un supporto a volte indispensabile, ma la sfera umana, secondo me, è così ricca di altre vie ancora a noi sconosciute che in realtà affrontiamo le cose in modo sempre parziale…malgrado tutto, l’insieme dei mezzi che abbiamo attualmente a nostra disposizione ci consentirebbe di proseguire un cammino evolutivo più vicino alla verità, quindi ben vengano psicologi, parapsicologi, astrologi, numerologi ecc.ecc. per avere un quadro più chiaro e quindi una traccia di possibile cambiamento verso l’integrazione nel mondo. Mi fermo …ma continuerei volentieri…alla prox…grazie;)

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