Ogni quanto andare dallo Psicologo?

Ogni quanto andare dallo PsicologoTorniamo a parlare degli aspetti diciamo così, pratici del rapporto tra terapeuta e paziente. Abbiamo già visto chi sia lo psicologo e, in parte, perchè si vada dallo psicologo. Oggi trattiamo la questione tempo: ogni quanto si va dallo psicologo e quanto dura una terapia.

Diciamo che non c’è una risposta univoca ad entrambe queste domande.

Ogni quanto si va dallo psicologo: alcuni psicologi sottolineano l’importanza di un rapporto cadenzato almeno settimanalmente, altri fissano più incontri alla settimana per un periodo che può durare anche alcuni mesi. Molto dipende dallo stato in cui si trova la persona che fa la richiesta di terapia. Dopo, il rapporto può essere diluito a seconda delle esigenze e della sensibilità della persona in questione. Io personalmente credo che, nella costruzione di un rapporto particolare come quello terapeutico, gli incontri siano da cadenzare a seconda degli attori in gioco ma, per lo meno inizialmente, sia necessario almeno un incontro settimanale. Per quanto tempo duri questo, dipende dall’esito della terapia stessa. Data la molteplicità dei fattori in gioco è molto difficile poter dare risposte definitive in merito. E’ possibile, però, affrontare con chiarezza questo argomento fin dall’inizio della terapia. Potete per esempio dare/vi un tempo di controllo per vedere come sta andando il processo. Quello che vi posso consigliare è di parlare delle vostre impressioni e delle vostre esigenze con la persona alla quale vi siete rivolti.

Seconda parte della domanda: quanto dura una terapia? Come abbiamo detto anche per questa domanda non c’è univocità di risposte: ci sono terapie molto brevi (anche solo tre, quattro incontri), altre che durano molto più tempo. Anche in questo caso gran parte dell’esito dipende dalla relazione che si instaura tra terapeuta e paziente. E anche in questo caso l’unica cosa che mi sento di suggerire è quella di parlare con la persona con la quale state lavorando.

Come avrete capito, l’aspetto che mi preme sottolineare è l’unicità della relazione terapeutica che non permette un’invariabilità nella risposta. Ovviamente esiste l’orientamento generale del terapeuta. Questo orientamento può essere dato, tra le altre cose, dal suo indirizzo di specializzazione, dalle sue convinzioni personali e lavorative, dalla sua impostazione terapeutica. Ora potete capire la difficoltà di indicare a priori la durata di una relazione di questo tipo!!

Sperando di aver chiarito un altro punto vi saluto.

 

A presto…

Fabrizio

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Adriana
Adriana
7 anni fa

La ringrazio per la sua risposta. No in effetti non ne ho parlato con la terapeuta. Sicuramente tra di noi non c’é stata molta empatia… Mi sentivo un po’ giudicata e in soggezione (anche se questo é uno dei miei problemi visto che io stessa tendo ad autogiudicarmi severamente e di continuo) quindi non mi sentivo a mio agio a esprimerle in una seduta come stavano le cose. Ho semplicemente smesso di andarci… Non abbiamo fissato un appuntamento per un po’ e lei non mi ha cercata quindi é stato un distacco piuttosto spontaneo. Forse anche lei sentiva che la cosa non funzionava. Ad ogni modo proverò ancora la strada della psicoterapia. Di nuovo grazie per l’aiuto.
Adriana

fabrizioboninu
fabrizioboninu
7 anni fa

Salve Adriana (o Agnese?),
innanzitutto benvenuta. Il quesito che mi pone è complesso. Ora non so se sia il caso della persona con la quale stava lavorando, ma non escludo che qualche collega possa attuare questa strategia per avere pazienti. Posso aggiungere però che questo suo sentire ‘tirare per lunghe’ fosse dovuto al fatto che non si è riusciti a costruire una relazione terapeutica per lei soddisfacente. Mi spiego meglio. Sei mesi fondamentalmente non sono moltissimi per conoscere una persona in terapia. Stiamo parlando di un’ora alla settimana cioè quattro ore al mese per sei mesi. E difficile farsi un’idea completa della persona che sta lavorando con noi in terapia. Premesso questo sei mesi sono comunque un periodo di tempo sufficiente per iniziare a costruire una buona relazione terapeutica. Se questo non è successo può essere successo qualcosa nel rapporto tra lei e la sua terapeuta. Lei ha esplicitato questo suo malessere? Ne ha parlato con lei? Io ci avrei lavorato in terapia stessa di modo che una dinamica emersa possa essere significata nella stessa terapia. Se posso permettermi, la invito a non scoraggiarsi con la psicoterapia ma o a parlare di quello che ha provato con la sua stessa psicologa oppure, se il rapporto di fiducia risulta compromesso, a provare a cercare un’alternativa rispetto alla terapeuta che ha conosciuto. Si tratta del rapporto tra due persone e si sa, il rapporto tra persone può funzionare oppure no.

Grazie ancora per il commento, spero di aver risposta alla sua domanda! A presto… Fabrizio

Adriana
Adriana
7 anni fa

Mi scuso in anticipo per la domanda un po’ antipatica… Dopo sei mesi di incontri ho, di mia iniziativa, smesso di andare da una psicologa: il costo era parecchio alto per me, a cadenza sempre settimanale, eppure avrei potuto sopportare ancora per un po’. Il fatto è che avevo l’impressione che la dottoressa la tirasse davvero un po’ troppo per le lunghe… In sei mesi neanche l’ombra di un miglioramento… Si continuava a girare intorno al problema senza mai tirare le somme… Non avevo la percezione di alcun avanzamento… Magari mi sono sbagliata ma la percezione era quella quindi non mi sembrava utile continuare. Il mio problema dunque rimane… Sento di aver bisogno di aiuto ma sono piuttosto scoraggiata e mi è rimasta poca fiducia nella psicoterapia… Ora le chiedo: è possibile che uno psicologo allunghi volutamente i tempi della terapia per guadagnarci sopra? Oppure si é trattato di un incontro poco florido nel senso che forse non era la persona più adatta a me è ai miei problemi? Oppure sono semplicemente un caso senza speranza?
Grazie

Stefano
Stefano
7 anni fa

Ciao Fabrizio, ci sarebbe anche una terza parte della domanda, o meglio della risposta….. ma quanto costa ? Aspetto banale, parlando di salute, ma che unito al preconcetto verso la terapia per “matti”, rende ancor più difficile l’approccio. Sono convinto che se fosse economicamente più alla portata, ci sarebbe anche più gente negli studi. E non si può pensare ai consultori, perchè li davvero pochi casi ecclatanti.

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