Visto che mi sono specializzato in terapia sistemica relazionale, è forse il caso di illustrare quali siano le caratteristiche di questo tipo di approccio teorico e come esso influisce sulla mia pratica terapeutica. Cos’è dunque la terapia sistemica relazionale? Si può definire il modello relazionale o sistemico come quell’orientamento teorico-pratico che, ispirandosi come riferimento concettuale alla teoria dei sistemi, centra essenzialmente il proprio interesse sui sistemi interpersonali, facendo dell’interazione tra le persone il momento privilegiato dell’analisi e dell’intervento. L’attenzione delle terapie sistemiche è pertanto focalizzata sul processo interattivo e comunicativo in corso tra i membri di un sistema, piuttosto che sulle dinamiche intrapsichiche o sulla ricostruzione storico-psicogenetica dei problemi del singolo. (…) Secondo questa teoria il comportamento è funzione della relazione e le relazioni presentano delle regolarità prevedibili che tendono a riproporsi con frequenza e che prendono il nome di ridondanze pragmatiche. La tendenza dei sistemi interattivi ad organizzarsi secondo regole diviene particolarmente evidente in quei sistemi che si fondano su una rete abituale di rapporti che ne garantiscono un certo grado di continuità e di stabilità (ad esempio famiglie, gruppi di amici, compagni di lavoro, classi scolastiche). (…) Secondo questa visione il sintomo non è quindi più il prodotto di una mente folle ma l’espressione di un disagio che investe nella sua totalità il sistema di cui l’individuo fa parte; la diagnosi diviene il dare luce al significato del sintomo all’interno del contesto in cui emerge e l’intervento terapeutico comporta la reintroduzione del sintomo all’interno del suo contesto di origine allo scopo di favorirne il riassorbimento stimolando un cambiamento del sistema in toto che renda lo stesso sintomo inutile. [1]
In questo passo abbiamo visto alcuni dei punti nodali della terapia sistemica. Questi punti essenzialmente sono:
- l’importanza della relazione;
- l’attenzione necessaria al processo di comunicazione;
- la considerazione dell’insieme di regole che il sistema relazionale condivide;
- il minor carico del singolo rispetto al sistema;
- la funzione del sintomo tanto per il singolo quanto per l’insieme;
- il peso della storia familiare;
- il ciclo vitale della famiglia.
[1] Canrini, L., La Rosa, C. (1991), Il vaso di Pandora, Carocci, Roma, pp. 291-293
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Esimio collega: articolo ineccepibile 😀
Salve dottore, complimenti per la chiara e impeccabile descrizione del modello e del funzionamento della teoria sistemic relazionale… ora mi sono più chiare tante cose… e inizierò a pensare più seriamente all’opportunità di iscrimermi in questo indirizzo.:-)