Revolutionary Road

Revolutionary RoadIl film di cui voglio parlarvi oggi si intitola Revolutionary Road del regista Sam Mendes (2008). Il film è una bellissima e dolente descrizione della vita di due coniugi April (Kate Winslet) e Jack (Leonardo Di Caprio). Lei, come intravediamo all’inizio del film, è un attrice, mentre lui, impiegato in una grossa azienda e innamorato della moglie, sembra assecondare le passioni di April. La famiglia, i due hanno due bambine, si trasferisce in una casa che sembra la perfetta incarnazione del sogno medio borghese americano: bianca, col prato ben tenuto e il vialetto. Man mano che il sogno sembra concretizzarsi per la coppia, scopriamo che forse il sogno non è di entrambi ma che anzi April si trova sempre più costretta a stare all’interno di un modello che non la rappresenta per niente. Inizia una sorta di lotta per la definizione delle regole dove più Frank sembra rincorrere il sogno della sistemazione, più April si sente sopraffatta da questa normalità, dalla quale invece vorrebbe sfuggire. Se c’è stato un momento nel quale April ha pensato di poter condividere il sogno del marito, tocca poi a Frank l’intenzione di fare come propone la moglie. April ha, infatti, un sogno: convincere il marito a trasferirsi a Parigi dove lei potrebbe lavorare mentre lui potrebbe prendere un periodo di aspettativa. Il piano è’rivoluzionario’ per il periodo nel quale il film è ambientato (siamo intorno agli anni ’60): la mogie lavora, il marito no. Frank sembra condividere il piano della moglie nonostante i loro perfetti vicini di casa, complimentandosi con loro della loro decisione, ci facciano capire poi cosa pensassero realmente. In questo sprazzo di felicità, in un momento di passione, April rimane incinta del terzo figlio. Questo scombussola tutti i piani e allontana gradualmente ma inesorabilmente i due coniugi che tendono ad irrigidirsi sulle loro posizioni e a riuscire a comunicare tra loro sempre meno. Entrambi sembrano a disagio col sogno coltivato dall’altro ed entrambi si rifugiano in rapporti fugaci esterni alla coppia. La distanza è tanto più proporzionale alla consapevezza che i due progetti di vita si stanno discostando. Colpisce come, in una delle scene più drammatiche del film, sia il personaggio del ‘pazzo’ che, facendosi carico del peso di poter dire ciò che tutti pensano ad alta voce. Riesce, infatti, a superare le ipocrisie e i manierismi che la società coltiva per cercare di proteggerci ma che, in realtà, servono a mascherare le difficoltà di questa famiglia. John, il figlio disturbato del loro agente immobiliare, nella scena cui accennavo, fa loro un discorso che potrebbe essere un trattato di terapia familiare: dice a Frank che forse il motivo per cui ha messo incinta April era la paura del fatto di poter seguire il sogno di April stessa e che entrambi si meritano l’uno con l’altro tanto Frank con le sue paure, quanto April con la sua incapacità di seguire fino in fondo i suoi sogni. Nel momento in cui viene rotto il velo dell’ipocrisia, niente può più tornare a posto soprattutto se la soluzione sembra essere il ritorno ad un formalismo di facciata che non sembra ormai rappresentare più nessuno. Non vi voglio rovinare il finale. Ma una delle ultime scene è emblematica di come certe macchie, vitali, vadano a distruggere la perfezione formale di un salotto immacolato.

Insomma un film molto bello, al quale la bravura dei protagonisti aggiunge un valore in più. Un film che fa riflettere sul come la mancanza di dialogo e lo scostamento dai sogni, aspetti dei quali tutti sembrano essere consapevoli, non può essere superato con una magnifica facciata. Una magnifica facciata può essere mantenuta solo a costo della fine del dialogo come ci fa intuire il marito dell’agente immobiliare che abbassa il volume del suo apparecchio acustico per non sentire la moglie.

Può forse essere questa una fine migliore?

A presto…

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Roby 83
Roby 83
6 anni fa

film stupendo ed interpretato alla grande dai protagonisti, incluso lo “schizzato” Michael Shannon, spesso incaricato al ruolo di voce della verità all’interno della storia.. per lo spettatore cambiano continuamente le prospettive e dunque il punto di vista, e curiosamente questo non confonde ma anzi è un fattore utilissimo per capire con più chiarezza cosa accade e di cosa i protagonisti hanno veramente bisogno per essere felici…

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