Ho letto qualche tempo fa un articolo che mi ha fatto riflettere sulla considerazione di quell’età ingrata che è l’adolescenza. Ingrata, naturalmente sia per gli adolescenti che si trovano a dover affrontare un cambiamento molto importante, sia per i genitori che questo cambiamento, talvolta, sono restii ad accettare. Il brano è stato scritto da Norah Ephron, celebre sceneggiatrice e regista americana, scomparsa nel giugno del 2012. Nel testo, si fa riferimento spesso alla figura della madre ma, naturalmente, credo sia applicabile anche alla figura padre.
L’adolescente investe il genitore moderno come uno shock gigantesco, in gran parte perché è così simile all’adolescenza che hai passato anche tu (genitore). Il tuo adolescente è ombroso. Il tuo adolescente è arrabbiato. Il tuo adolescente è cattivo. Peggio, il tuo adolescente è cattivo con te. Il tuo adolescente dice parole che non ti era permesso pronunciare mentre crescevi, non che non le avessi mai sentite, prima di leggere il Giovane Holden. Il tuo adolescente fuma marijuana, che magari hai fumato anche tu, ma non prima dei diciott’anni. Il tuo adolescente sta senz’altro facendo sesso in modo stupido e sconsiderato, cosa che tu non hai fatto fino almeno a vent’anni. Il tuo adolescente si vergogna di te e cammina dieci passi avanti in modo che nessuno pensi che siete collegati in qualche modo. Il tuo adolescente è ingrato. Ricordi vagamente di essere stata accusata dai tuoi genitori di essere ingrata, ma di che cosa dovevi essere grata? Quasi niente. I tuoi genitori non erano impegnati nelle cure parentali (termine che, secondo l’autrice, avrebbe sostituito l’essere genitore). Erano solo genitori. Almeno uno dei due beveva come una spugna, mentre tu hai un comportamento esemplare. Hai dedicato anni e anni della tua vita a far sentire ai tuoi figli che ti sta a cuore ogni singola emozione abbiano mai provato. Hai riempito ogni secondo di veglia della loro vita con attività culturali. Le parole “Mi annoio” non sono mai uscite dalle loro labbra, perché non hanno avuto il tempo di pronunciarle. I tuoi figli hanno tutto quello che potevi dare – tutto e di più se si contano le sneakers. Li ami in modo spropositato più di quanto ti amavano i tuoi genitori. Eppure sembra siano venuti fuori esattamente come sono sempre venuti fuori gli adolescenti. Anche peggio. Cos’è successo? Dove hai sbagliato? Per di più, grazie ai progressi dell’alimentazione moderna, il tuo adolescente è grande e grosso, probabilmente più grosso di te. La paghetta settimanale del tuo adolescente equivale al prodotto interno lordo del Burkina Faso, un piccolo Paese colpito dalla povertà di cui né tu né il tuo adolescente avete mai sentito parlare fino a poco tempo fa, quando entrambi avete passato parecchi giorni a lavorare su una ricerca di scienze sociali per la scuola. Il tuo adolescente è cambiato, ma in nessuno dei modi che speravi quando ti rimboccavi le maniche per cambiare il pargolo. E sei cambiata anche tu. Da un essere umano moderatamente nevrotico e discretamente allegro, in un rottame irritabile, acido e maltrattato. Ma niente paura. C’è un posto dove puoi andare per farti aiutare . Puoi andare da tutti i terapisti e i consulenti cui ti sei rivolta negli anni prima che i tuoi figli diventassero adolescenti. (…) Ed ecco cosa ti diranno: “L’adolescenza è per gli adolescenti, non per i genitori. E’ stata inventata per aiutare i figli attaccati – o troppo attaccati – a separarsi, in preparazione del momento inevitabile in cui lasceranno il nido”; ” Ci sono cose che si possono fare per rendere la propria vita più facile” (…) Ed è completamente falso. L’adolescenza è per i genitori, non per gli adolescenti. E’ stata inventata per aiutare i genitori attaccati – o troppo attaccati – a separarsi, in preparazione del momento inevitabile in cui i loro figli lasceranno il nido. Non c’è quasi niente che possiate fare per rendervi la vita più facile, tranne aspettare che finisca. (…) Oh, il dramma del nido vuoto. L’ansia. L’apprensione. Come sarà la vita adesso? Avrete qualcosa da dirvi, voi due, una volta che i vostri figli saranno andati? Farete sesso adesso che la presenza dei figli non è più una scusa per non farlo?
L’articolo è a mio avviso interessante, a parte per l’ironia che lo pervade, per due ragioni particolari:
A)Innanzitutto, pone l’accento sulla vicinanza di quelle che possono essere le attitudini dell’adolescente e dei genitori. Sarebbe interessante che, all’approssimarsi dell’adolescenza dei figli, i genitori ricordassero attraverso quali momenti, quali emozioni, quali turbamenti sono passati quando erano loro ad essere adolescenti;
B) Inoltre l’articolo, a mio avviso, rimescola molto bene le carte all’interno della famiglia ‘attribuendo’ l’adolescenza e i suoi cambiamenti non solo alla persona che fisicamente li sta vivendo, ma a tutta la famiglia, genitori in primis, che si trovano a dover affrontare e fronteggiare questi cambiamenti. Non parliamo dunque di un adolescente, ma di una famiglia adolescente volendo sottolineare, con questa espressione, il fatto che tutti, all’interno del nucleo familiare, siano coinvolti in questa età di passaggio: genitori, figli, fratelli. Questo rende il processo più circolare, magari più complesso, sicuramente più affascinante. Se è vero, infatti, che l’adolescente in prima persona vive il cambiamento della sua vita, è altrettanto vero che in famiglia i rapporti cambiano, le relazioni mutano, gli equilibri si trasformano. Per tutti i membri, non solo per uno. Cambiano le relazioni tra gli appartenenti alla famiglia per il solo motivo che si trovano ad interagire con un adulto e non più come un bambino. Volete che questo non influisca sulle dinamiche familiari?
Insomma un interessante punto di riflessione che porta l’adolescenza lontano dal mondo solipsistico e solitario con cui in famiglia si percepisce il cambiamento, attribuendolo esclusivamente a colui il quale, in quel momento, è anagraficamente l’adolescente della famiglia, contribuendo a riportare il tema all’interno di una serie di relazioni, in prima fila quelle familiari, che sarebbe il caso di non tralasciare. Che ne pensate?
A presto…
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Ciao Martina… bella domanda! Più volte ho assistito a terapie familiari chieste per la difficoltà che la famiglia incontrava durante l’adolescenza di uno dei membri e dove spesso si arrivava a capire quale discrepanza potesse esistere tra l’idea dell’adolescenza e l’adolescenza vera e propria. Diciamo che un genitore che non è riuscito a vivere la propria adolescenza avrà inevitabili difficoltà a rapportarsi con ciò che questa fase della vita comporta. Una delle più comuni è forse quella cui accenni tu, di famiglie arenate e bloccate nel mondo dell’infanzia, incapaci di ‘ristrutturare’ l’immagine dei propri figli, continuando a considerarli bambini e ad ignorare qualunque richiesta non conforme all’idea che i genitori hanno dei propri figli. Questo spesso costringe i ‘bambini’ ad alzare il tiro, ponendo in atto comportamenti sempre più devianti perché non adeguatamente contenuti. Il tema è complesso e, secondo me, affascinante perché l’idea stessa che un membro della famiglia stia diventando ‘grande’ costringe tutti gli altri a doversi rapportare alla considerazione dell’idea di un cambio di ‘rapporti di forza’ all’interno del gruppo familiare stesso. E vede, forse, molti genitori confrontarsi per la prima volta con l’idea stessa della loro crescita, aspetto che, in una società che procrastina l’adolescenza ormai fino ai 40 anni, risulta sempre più difficile prendere in considerazione. Ci ritornerò sicuramente sopra con un post. Grazie per l’intervento:)
Caro Fabrizio, innanzi tutto volevo dirti che trovo questo articolo interessantissimo e fondamentale …
fondamentale quanto l’adolescenza …. è vero, fatta di difficoltà, conflitti, incomprensioni … personalmente ho un bellissimo ricordo della mia adolescenza perchè sentivo dentro la spinta e la carica di poter FINALMENTE FARE DA ME! sentivo forte la percezione fisica del mio corpo e la padronanza che avevo dei miei pensieri!!! certo poi nella realtà era dura concretizzare quegli obiettivi che oggi come oggi mi fanno sorridere ma che allora avevano la loro meritata importanza!
… quel che mi fa più paura sai cos’è??? l’adulto che non ha vissuto l’adolescenza … genitori che hanno impedito e contrastato la costruzione di quella nuova identità … famiglie arenate e bloccate nel mondo dell’infanzia … poi vedi questi adolescenti diventare anagraficamente adulti … che succede allora??? quali sono, fabri, le prospettive per chi non ha affermato la propria identità nel momento più opportuno e favorevole???? fammi sapere che ne pensi 🙂
in quel periodo i rapporti umani sono particolarmente taglienti, ho solo ricordi odiosi, o dolorosi di quel periodo
che periodo del cacchio! a nessuno piace l’adolescenza