L’eterocentrismo: le sentinelle in piedi

L'eterocentrismo le sentinelle in piediLa riflessione di oggi parte da una fenomeno abbastanza recente ma che sta incontrando una discreta rilevanza mediatica: le cosiddette sentinelle in piedi. Il 5 Ottobre abbiamo assistito alla nuova manifestazione, in diverse piazze d’Italia, dei rappresentanti di questa associazione. Ma chi sono le sentinelle in piedi e qual è il loro obiettivo? Come riporta il sito nazionale sentinelle in piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.
La nostra è una rete apartitica e aconfessionale: con noi vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, ci riguarda tutti e ci interessa tutti.
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Cosa significhi nella loro visione distruggere l’uomo e la civiltà è facilmente riassumibile: sono contrari a qualunque tipo di unione che non sia tra uomo e donna. La loro è una visione prettamente eterocentrica, fondata sull’idea che l’unione eterosessuale sia l’unica possibile e da tutelare a discapito di qualunque altra forma relazionale. Come qualunque ‘centrismo’ anche questo è basato sul presupposto che la propria posizione sia migliore delle altre. Mossi dall’intento di voler preservare la famiglia ‘naturale’ (sulla ridefinizione dell’aggettivo naturale in una società come la nostra ci sarebbe da scrivere un trattato!), le sentinelle in piedi lottano perché altre persone non godano degli stessi diritti civili dei quali gode una famiglia eterosessuale. Sono sempre più convinto del fatto che, se una mobilitazione è contro i diritti di qualcun’altro, abbia come presupposti delle premesse discutibili.

Il ‘centrismo’ più famoso, in psicologia, è sicuramente l’egocentrismo. Userò le parole di Claudio Foti, psicologo e psicoterapeuta, per descrivere cosa sia l’egocentrismo e tracciare un parallelismo tra i due ‘centrismi’ citati:

l’egocentrismo non coincide con l’affermazione sana del Sé, anzi l’egocentrismo rivela un qualche fallimento nel processo di integrazione e di espansione del Sé. L’atteggiamento egocentrico del soggetto con carenze narcisistiche, che rincorre conferme e puntelli esterni alla propria grandiosità immaginaria, rivela un deficit di autostima, un’incompiutezza profonda della soggettività, una mancanza di autonomia vitale. Le cause profonde del suddetto deficit va ricercata peraltro nella frustrazione traumatica di alcuni bisogni di valorizzazione e di integrazione del Sé che non sono state soddisfatte nell’infanzia.

(…) L’atteggiamento egocentrico del soggetto alla ricerca avida di gratificazioni immediate per sé, insensibile agli interessi delle persone che gli stanno a fianco rinvia ad una debolezza del sé. L’Ego del soggetto egocentrico non è un’ego forte, ricco e vitale, bensì un Ego impoverito dall’incapacità di trarre soddisfazione da quelle dimensioni dell’esistenza che presuppongono il rispetto per l’altro. Questo soggetto non riesce a percepire e ad integrare bisogni fondamentali, che lo spingerebbero a valorizzare la dimensione relazionale e comunicativa dell’essere umano, una dimensione che implica la sensibilità e la capacità di identificazione nei confronti dell’altro. [2]

L’eterocentrismo, così come l’egocentrismo, si accompagna al ritenere come degna di comprensione e accettabile solamente la propria idea di realtà e, nel caso specifico, a non ritenere accettabile l’idea che esistano altre realtà familiari, altre idee di famiglia, altre idee di amore che non sottraggono, ma anzi aggiungono complessità ad una dimensione, la vita relazionale, nello stesso tempo privata e sociale, intima e pubblica. E credo sia chiaro, inoltre, come questa visione ego/eterocentrica non lasci spazio alcuno alla dimensione relazionale, alla sensibilità e alla capacità di identificazione con l’altro. Ammantati da un apparente savoir-faire silente, le sentinelle in piedi portano avanti un messaggio univoco e discriminatorio: la mia realtà è migliore della tua! Come per l’egocentrismo, anche l’eterocentrismo così estremizzato non può non essere indice di debolezza, di intransigenza, di rigidità di visione, un monolite che non lascia spazio a dubbi, alle domande, all’altro. La visione eterocentrica è, in’ultima analisi, profondamente egoistica nella prospettiva monodimensionale che persegue. 

Ogni ampliamento dei diritti non dovrebbe essere vissuto come un pericolo, non dovrebbe mobilitare sentinelle che veglino, non dovrebbe semplicemente costituire motivo di scontro. Se viene vissuto in questo modo, sarebbe interessante chiedersi il perché del senso di minaccia avvertito dall’altro, il motivo di tanta rigidità e di tanta chiusura. Probabilmente aiuterebbe a far luce sulla necessità di tanta intransigenza.

Spero arrivi un momento nel quale le sentinelle, continuando a leggere (magari anche libri che confutino tesi diverse rispetto a quelle nelle quali credono!), possano finalmente mettersi sedute e godersi l’evoluzione della società senza sentirsi minacciate. Se poi da silenti diventassero dialoganti sarà fatto un passo in più per cercare di superare lo scoglio di egocentrismo che preclude la vista di ogni posizione diversa dalla propria.

 

Che ne pensate?

A presto…

Fabrizio Boninu

[1] www.sentinelleinpiedi.it

[2] Centro Studi Hansel e Gretel (2008), Adultocentrismo: il mondo dominato dagli adulti, Sie Editore, Torino, pp. 8-9

 

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5 risposte a “L’eterocentrismo: le sentinelle in piedi”

  1. Graziano, io non so se tu hai mai partecipato a questi “turni di guardia”, ma potresti dirci in sintesi che cosa proteggete e da chi? Voglio dire, guardati attorno: sai quanto bene si può fare in un’ora anzichè passarla in piedi a far finta di leggere? Si possono portare abiti usati ai senzatetto, dare una pulita alle strade, parlare con le persone… Questo è impegnarsi “per il sociale”. A me ciò che spaventa sono le vostre priorità.

  2. I due commenti che precedono partono dal punto di vista che gli egocentristi siano dei poveracci che non capiscono niente della società. Perché non pensate, invece, che abbiano una visione della realtà diversa dalla vostra e che, in ogni caso, alcuni cambiamenti, lungi dall’essere “moderni” siano invece semplicemente sbagliati? Le sentinelle stanno normalmente in piedi dato che la loro funzione è quella di tutelare e custodire ciò a cui fanno la guardia. Umanamente, possono anche aver paura, ma fanno la guardia. In questo caso, sia l’articolo che i commenti vanno nel senso che l’eterocentrismo sia una patologia… Mi chiedo: patologia per patologia: siamo sicuri che alcune forme di “evoluzione sociale” non siano anch’esse una patologia e che, di fatto, siano portate all’attenzione dell’opinione pubblica solo perché in questo modo, parlando di cose che interessano pochi chi comanda ci distrae dalle cose che interessano tutti?

  3. Leggendo mi è venuta alla mente l ‘ immagine delle guardie svizzere in Vaticano. Sentinelle che si siedono e dialogano. ..sarebbe bello. Penso che, molto banalmente, chi si schiera contro qualcosa come le sentinelle in piedi, abbia semplicemente paura. Queste persone secondo me non sanno come rapportarsi con ciò che è diverso da loro, convinti che per stare bene si debba essere tutti d’accordo su tutto. Per me è una visione infantile e priva di consapevolezza della realtà.

  4. Verissimo! Anche se sentendo alcune loro interviste (spesso frettolosamente interrotte frettolosamente dal loro rappresentante armato di megafono) si evince quanto per loro sia vitale una protesta silenziosa. Tacendo, infatti, fanno una figura meno ridicola.. 🙂

  5. Cosa aggiungere all’articolo che hai postato, praticamente c’è tutto, in particolare nel passaggio: “Ammantati da un apparente savoir-faire silente, le sentinelle in piedi portano avanti un messaggio univoco e discriminatorio: la mia realtà è migliore della tua!”. Queste persone più che rabbia trasmettono tristezza, utilizzano un oggetto, i libri, legato alla storia umana e simbolo di cultura, un uso assolutamente improprio e strumentale. A mio parere andrebbero ignorati senza spercare parole per loro.

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